Solo due cose: una prettamente personale, l’altra prettamente personale.
La prima (quella personale) è che degli Europei, come sempre accade, non me ne fotte una beata. Ma non è proprio disinteresse nei confronti della maglia azzurra, è più voglia di qualcosa di buono. Che non c’è.
Cioè, digiamogelo, è mai esistita una Nazionale più scarsa? No, dai, anche solo sulla carta, si è mai visto un conglomerato bituminoso più pipposo di questo gruppo? Qualcuno è pronto a giurare di si ma perché ha bevuto.
Non fottendomene una ricca, dunque, il mio approccio a Italia-Spagna è stato piuttosto blando. Zero popcorn, poco fiato da investire, commentino acido su Prandelli a portata di lingua. Roba tipo “Guarda quello, la brillantina in capoccia gli ha offuscato un po’ le idee. Ma che formazione ha messo? Mah, boh, bof, bah”. Sito sul mio divano insieme a pochi altri ho iniziato vedere la partita con una ricorrente rappresentazione sociale in mente: questi ce lo fanno come un paiolo di rame battuto.
L’idea era questa
Oppure, anche se in minima parte, anche questa.
Ecco, magari anche azzurro, in tono.
Qui giungo tosto alla seconda considerazione, sempre personale. Sono pur sempre italiano, no? Sono dello stesso Paese di Scilipoti, no? (Occhio lucido)
Quindi, dopo 1.150 secondi mi erigevo fiero al di sopra dello schienale del divano strappando capelli ai miei vicini ed estraendo A MANO le corde vocali rimaste. Per un lasso di tempo non inferiore alla mezzora non sono riuscito a formulare frasi che non avessero dentro i lemmi “cazzo” “mortaccitua” e “mavattanaff…”.
“Sti spagnoli sono bravi, mortaccitua – pensavo – sta palla ce la fanno passare anche tra il perineo che manco ce ne accorgiamo, cazzo”. In effetti, al prontivia, il fraseggio stucchevole delle Furie Rosse chiamava a gran voce un intervento in tackle violento di Gentile e Bruno in ensemble.
Ma vedendo che la difesa azzurra teneva la botta mi sono ridetto “ma vuoi vedere, cazzo, che forse il paiolo non ce lo fanno?”.
Ed infatti, la partita si è srotolata (e che palle sempre coi termini sportivi, ogni tanto un po’ di lessico “a minchia” ci sta bene) avvincente davanti i miei increduli occhi da piccolo Scilipoti. L’Italia se la stava giocando con la Spagna campione del Mondo. Bello.
E poi, Napolitano che tifa in tribuna (con le autorità spagnole) e Buffon portiere con la fascia da capitano mi hanno evocato ricordi potentissimi da brrrividi.
Dai, non mi dire che non ti vengono i brividi. Sii sincero.
Cronaca breve:
La Spagna fa il gioco, l’Italia interdice e non disdegna la ripartenza; match a tratti duro con la difesa azzurra che fa “sentire la presenza” (vedi tacchetti) ai ballerini spagnoli. Balotelli andrebbe mandato in prestito al Chianciano Terme, con diritto di riscatto di 10,00 euro. Entra Di Natale e in una manciata di secondi tornano le Notti Magiche. Follia. Passano altrettanti secondi e Fabregas ci ricorda che gli spagnoli comunque sanno tenere un pallone tra i piedi. E, alla bisogna, lo sanno pure depositare in rete con una facilità da bestemmia. Ma, insomma, ci sta. Sono forti, su.
1 – 1, fine partita, italiani gasati e già campioni d’Europa.
Italians.
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!
Per quanto riguarda il commento tecnico ve lo andate a vedere sui giornali sportivi, chè la sopra ci scrivono genti che ci capiscono di calcio, davvero. Tipo Mario Sconcerti.
L’ultima cosa, sulla rivalità con gli spagnoli.
Tempo fa, in merito al fatto che il portiere iberico Iker Casillas aveva rapporti intimi con la bella giornalista Sara Carbonero, circolava il motto “Nuestro portero se folla a Carbonero” (trad: il nostro portiere si bomba a cannone la Carbonero).
Ebbene, cari spagnoli, il nostro ha fatto molto di più con una certa Alena Seredova.
Italia – Spagna 1 – 1, ci sta?
E allora? Noi c’abbiamo la Seredova? Vabbene?
Mi piace concludere la conclusione conclusiva con una perlina del mio Gemello del Gol.
Alla fine, su un pareggio così, ci avrebbero scommesso in pochi: alcuni di questi fortunatamente hanno anche giocato un’ ottima partita.