L’inizio di stagione di Euroleague è stato segnato dal Lockout della Nba: ben 17 giocatori, infatti, hanno iniziato la stagione in Europa, per poi terminarla (con qualcuno ancora protagonista nei playoff) oltreoceano. A stagioni terminate, confrontiamo le prestazioni avute in Europa con quelle poi realizzate negli Stati Uniti. La seconda parte è dedicata ai giocatori che si sono confermati ad alto livello anche nella massima competizione continentale.
Kevin Seraphin – Caja Laboral 7 partite (4-3): 19 minuti, 8.9 punti, 5 rimbalzi, 1 stoppata
A Washington 57 partite, 21 minuti, 7.9 punti, 4.9 rimbalzi
Il giovane centro francese ha dato un solido e inaspettato contributo a coach Ivanovic, soprattutto nelle prime quattro partite, facendo intravedere parte del potenziale che gli ha permesso di essere la diciassettesima scelta del Draft 2010. La sua fisicità, sopra la media nel contesto europeo, unita a buone mani (80% ai liberi in Euroleague) sono risultate molto utili per gli spagnoli. Perso nel contesto indisciplinato di Washington, Seraphin ha avuto spazio nella parte finale di stagione Nba, chiudendo in crescendo (14 punti e 7 rimbalzi di media nelle ultime 21 partite).
Danny Green – Olimpia Lubiana 7 partite (1-6): 28 minuti, 11.4 punti, 4 rimbalzi, 1.9 assist
A San Antonio 66 partite, 23 minuti, 9.1 punti, 43.6% da tre
L’ex North Carolina, dopo stagioni nelle minors, ha avuto un’ottima chance a Lubiana, dove nonostante il basso livello generale, è stato un punto di riferimento offensivo importante per la formazione slovena. Nell’unica vittoria, Green ha realizzato 23 punti con 5/7 da tre. In un contesto ben differente, come quello degli Spurs, il newyorkese è diventato una solida spalla per Ginobili e Parker, grazie al suo mortifero tiro dalla lunga distanza.
Fernandez schiaccia contro Milano
Rudy Fernandez – Real Madrid 8 partite (6-2): 25 minuti, 11.5 punti, 3.1 rimbalzi, 2.3 assist
A Denver 31 partite, 23 minuti, 8.6 punti
Di ritorno nel basket che predilige, Rudy nelle otto partite in maglia Real ha fatto vedere tutta la classe di cui dispone, toppando solamente l’ultima partita (a Lockout già terminato). Da qualche tempo il talento di Palma di Maiorca manifesta la volontà di giocare in Europa definitivamente, e chissà che il prossimo non sia l’anno buono. A Denver, causa problemi di infortunio, non ha potuto contribuire positivamente alla causa dei Nuggets, saltando la serie playoff contro i Lakers.
Thabo Sefolosha – Fenerbahce 7 partite (4-3): 27 minuti, 11.4 punti, 6 rimbalzi, 2.1 recuperi
A Oklahoma City 42 partite, 22 minuti, 4.8 punti, 3 rimbalzi
Mentre in Nba l’ex Biella è uno specialista difensivo che fatica a guardare il canestro, in Euroleague Sefolosha è un giocatore totale, in grado di apportare un contributo offensivo di livello (54% da due, 50% da tre). Probabilmente il contesto Nba frustra un po’ le sue abilità tecniche, elevandone però al massimo quelle difensive: recentemente anche il grande pubblico ha potuto apprezzare la sua applicazione contro Kobe Bryant nella serie vinta 4-1 dai Thunder sui Lakers.
Ersan Ilyasova – Efes 8 partite (5-3): 20 minuti, 9.5 punti, 5.5 rimbalzi, 1.5 recuperi, 1.5 stoppate
A Milwaukee 60 partite, 28 minuti, 13 punti, 8.8 rimbalzi.
Altro giocatore totale, il turco dal passato oscuro ha disputato una prima parte di Regular Season di Euroleague molto solida, nonostante un minutaggio risicato, in una squadra costruita per arrivare alle Final Four. Come Fernandez, anche lui sembra preferire il basket europeo a quello americano; tuttavia la superlativa parte finale di stagione giocata a Milwaukee (anche partite da 25 rimbalzi per lui), lo ha reso uno dei Free Agent più appetibili per l’estate 2012.
Pekovic contro Ilyasova
Nikola Pekovic – Partizan 7 partite (4-3): 27 minuti, 15.4 punti, 4.6 rimbalzi
A Minnesota, 47 partite, 27 minuti, 13.9 punti, 7.4 rimbalzi.
Si può dire che Pekovic abbia illuso i tifosi del Partizan: con la sua perdita, i serbi hanno perso ogni speranza di accedere alle Top 16. Il venticinquenne montenegrino ha dominato, come suo consueto, al ritorno in Euroleague, caricandosi sulle spalle i compagni (6.9 falli subiti) e guidando la sua formazione a vittorie importanti contro le più blasonate Real Madrid, Milano e Maccabi. In Nba, ha facilmente scalzato nella posizione di centro titolare dei Timberwolves Darko Milicic, sorprendendo molti addetti ai lavori del basket americano.
Jordan Farmar – Maccabi Tel Aviv 7 partite (6-1): 31 minuti, 14.1 punti, 4.7 rimbalzi, 4.1 assist, 1.4 recuperi
A New Jersey, 39 partite, 21 minuti, 10.4 punti, 3.3 assist.
Ecco uno che forse ha trovato la sua dimensione: l’Euroleague! Nelle sette partite disputate con la maglia del Maccabi, l’ex Lakers ha positivamente impressionato in tutte le principali categorie statistiche (anche 53% da due e 41% da tre), tornando ad essere protagonista come ai tempi di UCLA. In Nba, invece, nel contesto perdente di New Jersey, ha disputato una stagione anonima, da riserva di Deron Williams. Vediamo se al termine del suo contratto (player option per la prossima stagione) deciderà di ritornare in Europa.
Danilo Gallinari – Milano 7 partite (2-5): 28 minuti, 16.4 punti, 4.4 rimbalzi
A Denver, 43 partite, 31 minuti, 14.6 punti, 4.7 rimbalzi.
Nonostante Milano avesse costruito una squadra in grado di competere ai massimi livelli (poi andata male), il talento cristallino di Danilo è diventato, fin da subito, insostituibile per coach Scariolo. Sempre in doppia cifra, Gallinari ha subito 63 falli in sette partite, cioè nove di media, tirando più di dieci liberi a partita, con la sua clamorosa abilità di ottenere fischi arbitrali. Milano era chiaramente una squadra alla ricerca di identità, ma non si può dire che l’ex Knicks non abbia gettato il cuore oltre l’ostacolo. A Denver ha disputato l’ennesima stagione in crescendo, acquisendo leadership in una squadra senza stelle. Poi è arrivato Metta in gara 7…
Nicolas Batum in conclusione plastica
Nicolas Batum – Nancy 6 partite (3-3): 38 minuti, 15.8 punti, 6.7 rimbalzi, 5.2 assist, 1.7 recuperi
A Portland 59 partite, 30 minuti, 13.9 punti, 4.6 rimbalzi.
Si può dire che Batum abbia falsato l’Euroleague? Con lui Nancy è riuscita a battere Bilbao, Caja Laboral (sconfitta decisiva per i baschi) e Cantù, senza i francesi hanno perso le restanti quattro partite con 20.5 punti di scarto medi. Ovviamente insostituibile nella squadra di coach Monschau (anche due partite senza uscire un secondo, cosa molto rara nel basket moderno), Batum ha fatto in modo che Nancy potesse competere in Euroleague. Poi, nel complicatissimo campionato vissuto da Portland, è stato uno dei pochi a salvarsi, continuando il suo percorso di crescita.