Nella notte di Europa League l’Inter e la Fiorentina ottengono due importanti pareggi esterni e rimandano il passaggio del turno alla gara di ritorno.
Chi si aspettava una notte di risposte non sarà rimasto pienamente soddisfatto dall’esito di questi sedicesimi di finale di Europa League. Inter e Fiorentina tornano in Italia con qualche sicurezza in più ma seguite ancora da qualche ombra di troppo, con il sollievo di essere uscite quasi illese da due trasferte da brividi e con il rammarico di non essere riuscite ad archiviare la pratica.
CELTIC – INTER 3-3 (4′ Shaqiri, 13′, 45′ Palacio; 24′ Armstrong, 25′ aut. Campagnaro, 93′ Guidetti)
Al Celtic Park di Glasgow, davanti a 60.000 spettatori vestiti a strisce biancoverdi, l’Inter gioca tre partite in una: passa dall’esaltazione allo sconforto più totale nell’arco di 45′, poi riemerge con personalità e allo scadere prova l’amaro sapore della beffa. Perché dopo soli 13 minuti di gioco i nerazzurri sono avanti per due reti a zero – reti di Shaqiri e Palacio – , sono riusciti nell’ardua impresa di ammutolire uno degli stadi più caldi d’Europa e hanno un piede, se non due, negli ottavi di finale di Europa League. Meglio di ogni più rosea aspettativa.
Ma proprio nel momento più alto della loro stagione, i ragazzi di Mancini mettono in mostra le loro debolezze, si fanno rimontare nell’arco di 2 minuti – gol di Armstrong e autorete di Campagnaro - e tutto ad un tratto riemergono gli scheletri nascosti nell’armadio, accompagnati dalle urla assordanti dei tifosi scozzesi. Ci vuole un errore macroscopico del portiere Gordon – soprannominato in patria, un po’ azzardatamente, “Buffon di Scozia” – per regalare a Palacio la gioia della doppietta e ai tifosi interisti la speranza di una vittoria. Questa volta sembra fatta, il Celtic spinge e l’Inter si abbassa, il cronometro segna -2 alla fine, la missione sembra riuscita. E invece l’ultima palla arriva sui piedi di Guidetti, un italo-svedese che da piccolo faceva il tifo per l’Inter, e senza alcun riguardo per la sua vecchia squadra del cuore chiude la partita sul 3-3. Tra le note positive di questa notte di Europa League, di sicuro bisogna citare la prestazione di Shaqiri, sempre più al centro dei progetti di Mancini, e la prova di forza di Palacio e Medel. I problemi nerazzurri sono tutti concentrati nella retroguardia, una difesa che non dà mai l’impressione di essere in sicurezza, spesso mal supportata e costantemente in difficoltà sugli attacchi dei non fenomenali giocatori scozzesi.
TOTTENHAM – FIORENTINA 1-1 (6′ Soldado; 36′ Basanta)
Partita dall’esito simile ma dall’andamento opposto quella della Fiorentina, impegnata al White Hart Lane di Londra contro la sesta forza della Premier League, il Tottenham. La prima mezz’ora è un incubo per i giocatori in maglia viola, colpiti dopo soli 6 minuti da Soldado e in grande affanno contro la fisicità dei giocatori inglesi. Ci sono tutti i presupposti per una vera e propria débâcle, il rischio di un addio anticipato ai sogni di Europa League è piuttosto concreto. Montella avverte le difficoltà dei suoi e prova a raddrizzare la partita cambiando modulo in corsa, passa dalla difesa a 3 alla linea a 4 e la squadra pian piano cresce. La Fiorentina comincia a dettare il suo gioco e al 36′ strappa un pareggio grazie alla prima rete in Europa League di Basanta, un toccasana per gli animi e le speranze viola. Da quel momento la partita dei ragazzi di Montella è un continuo crescendo che raggiunge il suo apice sul contropiede fallito da Gómez al 69′. Niente da fare, Tottenham – Fiorentina finisce 1-1, discorso ottavi rimandato per i Viola alla prossima settimana, questa volta con la certezza di potersela giocare ad armi pari con tutti.
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