Il caso Telecom ha reso ancora più netta una sensazione che ho da tempo, ormai. La popolazione italiana non è per nulla europeista. Anche a sinistra.
Certo, a parole lo sono tutti, ma se analizziamo bene la questione vediamo che sulla vicenda Telecom si è scatenata una macchina da guerra di nazionalismo patriottico che fa paura. Fa molta paura.
Non ho intenzione di esprimere il mio giudizio su come sia stata privatizzata Telecom, alla fine del secolo scorso, e neppure su quanto penso delle privatizzazioni in generale, quella è materia per un altro post, quello che voglio contestare qui ora è l’avversione verso l’ipotesi che una grande società italiana sia acquistata da stranieri.
In questo caso, gli stranieri sarebbero peraltro gli spagnoli di Telefonica. Ora, oltre al fatto che spesso diciamo che è necessario attrarre capitali stranieri in Italia, per rilanciare la nostra economia, mi lascia estremamente perplesso e deluso il non riconoscere gli spagnoli come quello che sono, europei come noi.
La Spagna è paese membro dell’Unione Europea. Con i rappresentanti spagnoli nelle istituzioni europee mediamo tutti i giorni in termini di legislazione comunitaria. Vi ricordo, in caso ve lo stiate dimenticando, che la Spagna usa la nostra STESSA moneta!
Ora io capisco, pur non condividendole, le critiche alla privatizzazione dei gioielli (di latta) nazionali, ma non posso sopportare il nazionalismo e l’ipocrisia.
Solo qualche anno fa ci siamo ritrovati in una situazione simile con Alitalia. Il copione fu lo stesso: una azienda straniera voleva acquistare una storica società italiana sulla via del fallimento, Alitalia appunto, per 1.5mld, ma le fu sostanzialmente impedito di farlo in nome dell’italianità, come ricorda bene questo articolo del Sole 24 Ore. Il risultato? Oggi, Air France acquisterà probabilmente la stessa società per circa 300 milioni di euro, un quinto di quanto era disposta a spendere solo 5 anni fa. Di quel quinto peraltro, nulla entrerà nelle casse dello stato, diversamente da quanto sarebbe successo nel 2008 (Grazie Silvio, by the way).
In ogni caso, anche allora il popolo Italico, di mare e di terra, si sollevava in difesa della compagnia di bandiera, che “doveva rimanere italiana”, quando, peraltro, argomentazioni molto più serie contro un eventuale acquisto di Alitalia da parte di Air France, pur non trovandomi lo stesso d’accordo, ci sarebbero state e ci sono ancora.
Insomma, con che faccia potete dirvi europeisti? Con che faccia potete ancora invocare investimenti stranieri quando tutte le sante volte che qualcuno decide di iniettare denaro straniero nella nostra economia vi scatenate in un orgoglio patriottico che neanche per la finale dei mondiali?
Mi hanno molto deluso alcuni amici di sinistra, su questa cosa. Mi ha deluso ancora di più Pippo Civati, candidato alla segreteria del Partito Democratico su una piattaforma europeista, che scrive sul suo blog frasi come questa:
Fatto. Si sono venduti anche Telecom. A Telefonica, sì a quegli spagnoli che teoricamente dovrebbero stare peggio di noi, ma trovano le risorse per consolidarsi nei settori strategici. Ora, nessun operatore italiano nella telefonia. Se la sono venduta con tutte le attività estere in Sud America.
Ora ripeto: se siete contro le privatizzazioni in generale io vi capisco, sono opinioni legittime. Ma nel momento in cui si privatizza, che si parli di soldi che vengono da Palermo o dalla Cina a me non interessa nulla e non dovrebbe interessare neanche a voi. Mi interessa, peraltro, ancora meno se si tratta di soldi in euro, che vengono dall’altra parte del mediterraneo da un paese con il quale stiamo costruendo insieme il nostro futuro in Europa.
Se non siete d’accordo, affrontate la triste realtà: siete nazionalisti. Vi aggiungerete alla Destra di Storace, ai Comunisti di Ferrero o a Beppe Grillo, nell’alveo degli antieuropeisti spinti. Basta saperlo. (Prima del congresso, magari).
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