Magazine Diario personale

Every step I take

Creato il 07 aprile 2015 da Valeskywalker @valeskywalker
Va un po' meglio.
Oddio, sono tornata ieri sera dal ponte pasquale a Chicago con i nostri amici di un terzo di vita e non posso fare a meno di riconoscere che se fossi li' anziche a Houston, questo periodo statunitense della mia vita sarebbe assai piu' semplice: il lago, l'art deco, la vita della citta', tutto a portata di piedi. No, non mi dite che a Chicago fa un freddo becco e a Houston si sta sempre caldi, dopo aver abitato a Bruxelles sono vaccinata alle intemperie per sempre.
Va un po' meglio.
Nel rientro in Italia le bimbe erano rifiorite ed essendo rifiorita anche io, ho finalmente avuto la lucidita' per sciogliere i nodi che ci stavano stringendo in circolo vizioso: aldila' della transizione e della nostalgia per amichetti e nonni, il problema pregnante ma anche risolvibile era l'asilo dove stavano andando.
Ogni volta che arrivavo al cancello a prenderle mi correvano incontro con la gioia degli ostaggi liberati.
Non mangiavano quasi mai il lunch box, salvo poi divorarlo sedute nei seggiolini lungo la strada dell ritorno.
La grande anziche' esprimersi a parole sceglieva sempre piu' spesso la strada del frigno.
L'inglese che parlavano mi pareva estratto da Dora e da Baby Einstein, non da conversazioni reali.
Cosa avete fatto a scuola? Abbiamo giocato nella sabbia. Sempre e solo questa risposta.
Avete dei nuovi amici? Silenzio.
A casa. giocavano sempre di meno: cartoni, cartoni mamma.
Per non pensare. Per non giocare. Per non ricordare.
Regresso nel linguaggio, non solo nel comportamento.
Insomma, la verita' era li' davanti a noi, ovvia.
Non e' solo il dispiacere del vivere qui anziche' la'.
Quando siamo arrivati ero cosi' abbattuta e triste che nello scegliere sui quattro asili reperiti dalla relocator con disponibilita' per entrambe le bimbe, ho scelto il meno peggio. Anziche' avere la forza e l'energia mentale di tenermele fino a che non avessi trovato il posto giusto, ho ceduto all'idea che prima avessero trovato nuovi punti di riferimento in maestre e amichetti, meglio sarebbe stato.
Ritornata nel pieno delle mie facolta' intellettive, e' stato ovvio prendere la decisione: loro non stavano bene, io ero sempre piu' frustrata e preoccupata ed esausta nel passare ogni pomeriggio a cercare di confortarle e  normalizzarle, e in piu' ogni mattino occupavo due ore deprimendomi andata ritorno andata ritorno mentre schegge di poverta', follia e degrado passano ai lati dei miei finestrini mentre le gomme saltano su crateri nell'asfalto. Ho scandagliato in auto tutta la zona nel raggio di 5 miglia da casa mia, per trovare altri asili, come avrei fatto se non avessi avuto qui al mio arrivo la relocator. Come sempre chi fa da se fa per tre/
E poi su raccomandazione del chiropratico, da cui sono finita per una frenata troppo brusca volta a non prender sotto l'ennesimo pedone stonato sulla via dell'asilo, ho scoperto una  casetta bianca piccina piccio' con un bel cortile pieno di giochi sul retro.
A dieci minuti di auto da casa, guidando lungo i recinti del campus universitario.
Questa volta ho fatto con calma, ci sono andata prima io, poi ci ho mandato il Senator.
Poi sono andate le bimbe per una settimana di prova, tutte le mattine.
Sono andata a riprenderle col cuore in gola il primo giorno, sperando di rivedere quello sguardo felice e sereno che trovavo quando andavo a riprendere la Viatrix all'asilo varsaviese.
Quando sono entrata nel playground sul retro, erano entrambe cosi' impegnate a giocare con altri bambini, che non si sono accorte di me per diversi minuti. Quando mi hanno visto hanno sorriso e con calma hanno salutato le maestre e i bambini. Poi mi sono venute incontro e mi hanno travolto di racconti su cosa avevano fatto oggi a in questa casetta bianca. E mamma, il mangiare era buono!
Ora sono con me per tutto il mese di aprile, dal primo maggio cominceranno li'.
I primi tre anni della Viatrix ogni settimana me ne occupavo sempre e solo io, mentre il Senator era quasi sempre via. Nel frattempo ho avuto la seconda gravidanza ed e' nata Ali. Insomma, un mese con loro due e in attesa nuovamente, e' solo una piccola fatica rapportata a tre anni.
La casa e' tornata ad essere un disastro di lego, plastilina, travestimenti, scatoloni trasformati in auto e migliaia di oggettini e fogli e foglietti ovunque.
Non avrei mai detto che il casino totale da rimettere a posto senza tregua mi sarebbe mancato cosi' tanto.
I capricci sono diventati cosi' pochi che quando arrivano mi stupisco della mia reazione cosi' tranquilla e pacata.
Sono tornate le parole, e ne sono arrivate tante nuove, in tre lingue.
I film animati si materializzano dopo cena, per i titoli di coda sono cotte: Alice nel Paese delle Meraviglie, Robin Hood e Peter Pan regnano sovrani.
In nostro aiuto, e' anche iniziata la bella stagione.
Il Senator in questo primo anno del nuovo lavoro sta viaggiando pressoche' niente, percio' approfittiamo di questo evento eccezionale e  sfruttiamo le sue doti di bagnino nella piscina condominiale, ogni giorno quando rientra.
Il parco a distanza pedonale da casa possiede la collinetta adatta a far volare gli acquiloni:

Every step I take

Noi avevamo un unicorno e un miscuglio astratto in stile Pimpa

Il giorno del festival,  guardando questo cielo pieno di animali e principesse volanti ho pensato che devo essere cosi' anche io, finche' mi tocca star qui: prendere l'onda di vento che arriva e star su finche' tiene, fino alla prossima.
Un caro amico e' venuto a trovarci.
Nella zona della casetta bianca non ci sono portici o piazze, ma almeno marciapiedi sotto alberi, dove camminano o corrono persone  normali. Ci sono anche  piccoli playground nascosti e recintati, scovati nei miei giri in auto a finestrino aperto per segnarmi nomi di complessi residenziali da verificare, perche' vogliamo trasferirci in questa area in autunno.
I miei giovedi' sera al corso di scrittura sono sempre interessanti e divertenti, ogni settimana leggiamo e discutiamo insieme all'insegnante i lavori di tre studenti e la prossima volta tocchera' al mio raccontino, scritto nei coriandoli di tempo.
Adesso guido un'ora al giorno, mentre prima tra asilo lontano e spesa facevo fuori un pieno dal lunedi al venerdi.
Queste undici ore giornaliere da mamma full time sono impegnative,  ma sicuramente piu' felici, per loro e anche per me, del meta' tempo che passavamo insieme prima, tra pianti, spostamenti infiniti  e cartoni per dimenticare.
Se fossi arrivata qui il primo dicembre con lo spirito con cui sono tornata un mese fa, non mi sarei cotta con le mie stesse mani, scegliendo l'asilo meno peggio anziche' quello giusto, e  ritrovandomi cosi' schiava di kilometraggi impossibili su e giu' nel piu' brutto di una citta'ben  poco bella e soprattutto  il cuore spezzato dal disagio delle mie figlie.
Non tutti gli espatri riescono bene ed e' meglio accettare questo fatto piuttosto che tormentarsi all'idea di aver fallito. Nonostante questa sia la mia terza volta da mamma all'estero, a sto giro ho decisamente preso una cantonata pazzesca, come l'ultima delle novelline.
Mi auguro d'aver cominciato finalmente a seminare sul terreno giusto.
Se non vi e' bastato questo pippone mammesco sul nuovo asilo,  qui trovate in toni ben piu goliardici la cronaca di  com'e' che ora ho anche una nuova patente :-D




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