Mario Monti afferma : “Abbiamo dovuto prendere decisioni dure”… – È il mantra del governo tecnico, commenta Enrico Mentana, nel telegiornale serale. Lo ripete ancora una volta Mario Monti, all’assemblea annuale dei Comuni italiani, davanti ai sindaci che senza molti giri di parole gli dicono basta con “i tagli lineari” che non sarebbero “sostenibili”. Non ce la fanno più. Nonostante lo spread sia calato, il grido d’allarme da molte parte risuona angosciante. Il premier punta tutto sul fatto che la strada intrapresa è quella giusta altrimenti – come ripete spesso – l’Italia avrebbe fatto la fine della Grecia. Ma c’è chi gli ribatte e teme che questa sia già la strada imboccata da un’Italia in preda alla recessione, che vede il suo futuro speculare proprio alla Grecia.

In effetti, dell’ inevitabilità dei tagli, dopo lo sperpero e gli sprechi che hanno minato le finanze del paese, nessuno dubita, quello che vistosamente emerge e che diventa difficile da digerire è l’ingiustizia della mannaia abbattutasi sui più deboli e non su chi avrebbe più risorse da offrire per uscire dalla crisi.
Un’economia attuale fatta di luci e ombre. Le borse festeggiano uno spread sceso a 3.13 %, che allenta un po’ la tensione e segnala un ritorno di fiamma della fiducia nei confronti dello Stato italiano ma, le misure drastiche hanno lasciato il segno e la luce in fondo al tunnel s’intravede appena. Mentre dell’equità, l’eliminazione di rendite e privilegi e della crescita nemmeno l’ombra. Certa invece, la spada di Damocle della legge di stabilità e dell’aumento dell’Iva.

Ma una volta compreso il significato – e cioè che il nostro Pil sarà ancora in negativo, ma meno dell’anno prima – si fa fatica a comprendere cosa ci sia di così positivo. Difficile esserne contenti. A tutti Monti chiede pazienza e fiducia. Pazienza per una crescita che sembra ancora lontana; fiducia perché arriverà. Una bella lezione accademica lontana dalla realtà e dalla rabbia che monta.





