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Faces of Turkey, 'Mamma li Turchi'

Da Alessandratioli
Grave-Eats_TurkeyMontage.jpgQuante sono le persone che ogni giorno incontriamo senza neanche vederle, facce che, dietro 


sorrisi appena accennati, nascondono storie, di duro lavoro ma anche di cucina e passione. Un'altro bel racconto di Theperennialplate in Turchia che ci fa capire quanto lontani siamo da quel giorno in cui........nell’estate del 1799 approda nel porto di Palermo, la flotta turca, fiore all’occhiello del potente impero Ottomano, che dominavano il Mediterraneo dal Bosforo alle colonne d’Ercole. Durante la sosta nel porto di Palermo, le navi turche furono oggetto di visite di molte famiglie nobili palermitane. La più visitata era la nave ammiraglia, dove gli aristocratici visitatori, furono ricevuti con molta cortesia e disponibilità dall’Ammiraglio ottomano, che li ospita offrendo loro dolci e rinfreschi. Uno di questi nobili visitatori, il barone Miccichè, colpito da grande cortesia e signorilità dell’Ammiraglio, volle ricambiare la cortesia, invitandolo a palazzo Comitini, ossia il suo palazzo di città, sito in via Maqueda. L’Ammiraglio turco con gli alti ufficiali, giunsero al palazzo Comitini all’ora di pranzo. Dopo i convenevoli di rito e le presentazioni di tutta la famiglia, gli ospiti e invitati, passarono nel grande salone per il banchetto. Mentre i commensali, mangiavano e bevevano di gusto, nel salone arrivo l’eco di grida di aiuto, provenienti, dagli appartamenti interni del palazzo. Dopo pochi secondi di sbigottimento, quasi tutti i commensali si levarono dalla tavola, per accorrere verso la camera, da dove provenivano le grida. Giunti, nella stanza, che era adibita alla servitù, sorpresero un marinaio turco al seguito dell’Ammiraglio che cercava di usare violenza a una giovane serva di casa Miccichè, che non godendo di ottima salute, quel giorno era stata lasciata a riposo. La scena agli occhi dei soccorritori, apparve, con connotati tragico-comici, con la povera serva che si dimenava e urlava e il marinaio turco assalito da un moto di libidine, che non voleva mollare la preda. Ci vollero, quattro robusti servi per far desistere l’energumeno dal suo proposito. Condotto nel cortile del palazzo fu punito dai marinai turchi, di scorta all’Ammiraglio, con dieci vergate, sulla pianta dei piedi, come di usanza mussulmana. Mortificato per l’accaduto l’Ammiraglio turco presentò le proprie scuse e si congedò insieme al suo seguito. L’incidente sembrava chiuso senza che avesse lasciato spazio a ulteriori strascichi. Ma il giorno dopo, a Palermo, successe il finimondo. Nel primo pomeriggio alcuni marinai turchi, in libera uscita, fecero irruzione con armi in pugno nella bottega di un calzolaio, sita nella strada di Mezzomonreale; e mentre un paio di loro tenevano a bada i garzoni, con la minaccia delle armi, gli altri afferrarono la moglie del padrone della bottega cercando di violentarla. I garzoni per nulla intimoriti, reagirono gettandosi sopra i marinai turchi, menando colpi di trincetto e di martello. Sorpresi, da tanta furibonda reazione, i marinai turchi, sanguinanti e malconci, cercavano salvezza nella fuga. La notizie dell’aggressione si diffuse rapidamente in tutto il quartiere dopo pochi minuti. Il popolo palermitano si rivoltò contro i turchi, sicché dove si trovavano marinai turchi, questi venivano assaliti senza capire il motivo. In pochi minuti la città fu i allarme, era incominciata la caccia ai turchi. Dalla finestre e dai balconi dalle case, cominciarono a piovere, sulle teste dei malcapitati marinai ottomani ogni genere di cose, vasi di fiori, sassi e anche qualche sedia. Mentre per le strade e nei vicoli, colpi di armi da fuoco abbattevano decine e decine di turchi. Ormai era una vera caccia al “turco”. Per gli angoli delle strade, si sentivano le voci dei ragazzi, che alla vista dei marinai stranieri gridavano “MAMMA LI TURCHI” .
La cucina economica ha scelto la ricetta  della   lahmacun, la pizza turca Faces of Turkey, 'Mamma li Turchi'
Ingredienti1 sp Aglioqb Burro1 n Cipolla500 g Farina1 dl Latte500 g Manzo Tritatoqb Olio Di Olivaqb Paprika Dolce In Polvereqb Pepe1 n Peperoni Rossi4 n Pomodori Maturi1 mazzetto di Prezzemoloqb Sale1 n Uova1 ci ZuccheroPreparazione500 g di farina4 pomodori maturi1/2 bustina di lievito di birra liofilizzato1 uovo (facoltativo)1 dl di latte1 cucchiaini di zuccheropaprika500 g di carne macinata di manzo1 grossa cipolla1 spicchio d'aglio1 peperone rosso o verde1 mazzetto di prezzemoloolio di olivaburrosale e pepe

1 Prepara l'impasto.  Disponi la farina a fontana sulla spianatoia, versa al centro il latte tiepido, nel quale avrai sciolto il lievito e lo zucchero. Se unisci anche l'uovo, aggiungi 1 dl di acqua, se non lo usi, aumenta l'acqua a 1,5 dl. Completa con 2-3 cucchiai di olio e con 1 cucchiaino di sale. Amalgama la farina con la forchetta; quindi lavora  l'impasto a piene mani per 5-6 minuti, in modo da ottenere una pasta liscia e omogenea. Forma una palla, ungila con  olio, mettila in una ciotola, copri con un telo e fai lievitare per 2 ore. 
2 Lavora gli altri ingredienti. Scotta i  pomodori in acqua bollente, spellali, elimina i semi e tagliali a pezzettini. Elimina picciolo, semi e filamenti del  peperone e riducilo in falde. Tagliale a striscioline e quindi a dadini. Spella cipolla e aglio e tritali con 50 g di prezzemolo. Mescola molto bene tutti gli ingredienti con la carne, 1 cucchiaino di paprika (a piacere dolce o piccante) sale e pepe.
3 Inforna e servi. Dividi la pasta in 8 pezzi e stendili con il matterello in sfoglie di circa 1/2 cm di spessore. Suddividi il composto di carne sulla pasta, pizzica le sfoglie per creare dei bordi e disponi su ciascun  lahmacun  qualche fiocchetto di burro. Fodera griglie e placca del forno con alluminio, disponici i lahmacun e cuocili in forno gia caldo a 200° per circa 20 minuti. Spolverizzali con prezzemolo tritato e servi

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