Angel Heart era uno di quei film che guardavo e riguardavo da ragazzino. Negli anni in cui uscì in vhs, era in atto la rivoluzione del home video per tutti, e io arrivavo a consumare letteralmente le videocassette dei film che reputavo capolavori. Forse per la figura dannata di Harry Angel, forse per il fascino di quel Louis Cyphre, sulfurea icona resa leggendaria da De Niro e che ha lasciato diversi suggerimenti per altri film a venire, guardavo e riguardavo la pellicola.
A distanza di anni, scoprii che esisteva anche in Italia il libro da cui era tratto il film, dal nome Falling Angel. Poi, come accade spesso purtroppo, per diverso tempo me ne dimenticai e non lo cercai più. Questo fino allo scorso inverno, quando iniziai a compilare la wishlist del mio blog e lo inserii. E qui avvenne un fatto davvero curioso. Qualche settimana dopo averlo messo in lista, entrai da un mio cliente e vidi un cartone pieno di libri, lasciato in un angolo. Erano volumi dei suoi genitori che voleva donare alla biblioteca, ma che alla fine non erano stati accettati. Stranezze a parte di certe istituzioni, iniziai a frugare dentro e cosa trovai? Proprio Falling Angel, ovviamente nella versione italiana ribattezzata Angel Heart per seguire il successo del film. Un’edizione del 1988 dell’Euroclub con sovraccoperta riportante la locandina del film. Il cliente fu così gentile da regalarmelo e io me ne tornai a casa a leggere il libro.
Foto della copertina
Trama
New York, anni ’50. Lo scalcinato detective Harry Angel, viene assunto da un elegante e misterioso uomo, proveniente da New Orleans. Louis Cyphre, questo è il suo nome, chiede a Harry di rintracciare per conto suo un vecchio amico, Johnny Favorite, un cantante scomparso durante la seconda guerra mondiale. Harry inizia a indagare sul passato del musicista, scoprendo che c’è qualcosa di strano e di soprannaturale nella sua vita, e che Cyphre, oltre a essere un tipo ambiguo, ha ben più di un segreto.
William Hjortsberg
Considerazioni
Il piacere di trovarmi davanti a un noir, raccontato in prima persona da Angel, ha superato le aspettative che avevo. Credevo di trovarmi davanti a una trama identica al film, raccontata in terza persona, e invece ho letto un piacevole romanzo con uno stile molto classico, ma trasudante orrore ed estorismo. Se il film sapeva di fango, polvere e miseria dei luoghi visitati da Angel, che nei migliori dei casi erano vecchi palazzi abbandonati dai muri scrostati, nel romanzo si può respirare un’atmosfera che sa di Louisiana, di whisky nei caffè dove si suona jazz, grazie all’abile mano di Hjortsberg. Anche nel romanzo la componente paranormale del voodoo è ben presente, grazie anche alle ampie conoscenze dell’autore, ed è forse spiegata ancora meglio rispetto al film. L’unica cosa che ho apprezzato meno rispetto al film, è la figura di Cyphre, che ha un che di circense e meno elegante paragonata a quello di De Niro, chiuso nel suo gessato, con codino lucido e imbrillantinato e pizzo curato. Ma emerge soprattutto Angel, meno impacciato di quello cinematografico, più scaltro e forse manesco.
Se devo però fare una considerazione finale e dare un giudizio su quale delle due versioni sia la migliore, è una gara davvero dura. Credo che valga la pena apprezzarle entrambe e riscoprirle nei suoi lati oscuri e nella bravura di chi ha diretto film e scritto il libro.
Un perfetto Louis Cyphre
P.S. Un’altra coincidenza che mi ha fatto pensare. Questo post in originale doveva uscire ieri, ma poi lo posposto per parlare del noir che sto scrivendo io. Beh, alla mattina mi sveglio e scorrendo il mio Feed Reader, vedo che l’amico Alex di Plutonia Experiment aveva fatto uscire un post dedicato ad Angel Heart nelle sue due incarnazioni. E non ne avevamo parlato.
Il suo post QUI.