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Fasano: verso la fine di un’epoca?

Creato il 12 luglio 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire
Fasano: verso la fine di un’epoca?

Il Sindaco di Fasano - Lello Di Bari

Riflessioni sull’agonia di una città.

L’insensibilità, la sordità, l’indifferenza dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Di Bari, verso lo stallo del mondo del lavoro, dell’impresa, dello sport e ancor di più della cultura, sono il segno evidente dello scollamento, della distanza della politica dal il battito cardiaco della città.

Non si tratta di aritmia o bassa pressione arteriosa, ma di una vera e propria cardiopatia cronica. Sincopati e flebili battiti, che stanno portando all’arresto cardiaco l’anima pulsante del paese.

Se si pensa poi che il primo cittadino è un medico chirurgo… beh, allora l’insensibilità e l’indifferenza assumono un aspetto grave e grottesco allo stesso tempo. E’ come se si trattasse di un medico che non riconosce il sacro giuramento d’Ippocrate. Un giuramento che varrebbe bene il sacrificio della propria vita per quella della propria comunità.

Non rendersi conto dell’agonia lenta e costante, inesorabile verso cui è stata proiettata la città, insistere con una modalità che nulla ha a che fare con la politica e che somiglia sempre più alla dissennata conduzione di incuranti scialacquatori di un patrimonio che gli appartiene nella misura in cui è patrimonio comune affidatogli dalla storia, è la stigmate di una città indolente, asservita, complice e rassegnata, schiava di un sistema che genera povertà e miseria economica e sociale. Ognuno è artefice del proprio destino, si direbbe. E’ proprio il caso di dirlo.

Alla disoccupazione e alla precarietà del vivere senza prospettive per il futuro, mentre artigiani, imprenditori e lavoratori preferiscono lavorare nell’ombra, lontani dallo Stato (per non parlare di chi si eclissa tragicamente senza lasciare tracce), si aggiunge da una parte la rinuncia a vivere stanchi, dall’altra il disinteresse e l’abbandono della classe dirigente verso ogni fermento, economico, culturale e sportivo. La fine del successo e della gloria. La fine dello spirito di vita.

Nonostante tutto, c’è chi finta di nulla, nel palazzo e nella città. Sembra che non ci sia speranza nemmeno nel sussulto della vergogna e della dignità. Anche quando il palazzo si sgretola, a destra e a manca c’è chi pensa ancora a sostenere le proprie rendite di potere sulle spalle della comunità.

Ci si copre la faccia, forse nemmeno per acquietare la coscienza, ma per la stanchezza di una politica logora e insulsa che distrugge il corpo e lo spirito della comunità, pur senza rendersene conto. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

E’ tempo di riappropriarsi dello spazio comune della politica, del futuro condiviso della città. E’ tempo di riscossa, di un ritorno dignitoso alla bellezza e al bene comune, che è vera ricchezza, del corpo e dell’anima.

giuseppe vinci

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