Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 137'
La trama (con parole mie): Deckhard Shaw, fratello di Owen, ridotto in fin di vita in seguito allo scontro con Dom Toretto e soci, giura vendetta alla crew di fuorilegge dall'alto senso dell'onore e della famiglia, bypassando la resistenza delle forze dell'ordine e di Hobbs e colpendo al cuore il gruppo.
Minacciati e braccati, i nostri dovranno fare appello a tutte le loro forze e risorse per guardarsi le spalle l'un l'altro, mettere i bastoni tra le ruote a Shaw ed al contempo vendicarsi a loro volta per le perdite subite.Ma a quali livelli arriverà lo scontro tra le due forze, pronte a sconvolgere lo status quo di qualunque luogo sul globo ospiti il loro faccia a faccia?Cosa saranno disposti a perdere i contendenti di questa faida, ora che è diventata materia di vendetta e dunque assolutamente personale da entrambi i lati della barricata?
Quando ci si cimenta in un campo artistico, o nella critica dello stesso, occorrono sempre una buona dose di follia e di coraggio, ed è fondamentale non avere timore di rischiare, o di esprimere le proprie opinioni in assoluta libertà, condividendole con il mondo come un barbarico YAWP.Proprio per questo, pane e salame a parte, ho sempre pensato che, quando si finisce per rifugiarsi nelle proprie idee, schemi e pregiudizi senza alcuno sforzo riposto nel gettare il cuore oltre l'ostacolo, quello stesso coraggio viene inevitabilmente meno, insieme all'ispirazione e a tutto quello che ne consegue di positivo.E so bene che molti di quelli che leggeranno questo post, soprattutto dopo aver dato una sbirciata al voto, storceranno il naso come fossero depositari di chissà quale scienza infusa che la settima arte ha donato solamente a loro, eletti di chissà quale circolo ove possono fregiarsi del titolo di "re del cazzo e della merda".Ma tant'è: non ho mai avuto paura di dire la mia, e tantomeno di scriverla.Dunque, fiato alle trombe: Fast and furious 7 non solo è il film migliore della serie, ma anche l'action più tamarro, potente, sguaiato - e toccante, non dimentichiamolo - dai tempi di Expendables 2, nonchè uno dei vertici del genere da almeno vent'anni a questa parte.E sì, istintivamente, artigianalmente, visivamente, caratterialmente mi è piaciuto da morire.L'esaltazione di sequenze assolutamente lontane dalla realtà, auto che volano tra i grattacieli di Dubai o contro elicotteri in piena manovra, The Rock che con la forza del bicipite spezza il gesso dopo non si sa neppure quanti giorni di degenza in ospedale, Statham e Vin Diesel che si battagliano a suon di sprangate alternando ai colpi della domenica mosse di wrestling non ha prezzo per chi, come me, è cresciuto a pane ed action, e che ancora oggi, alle spalle anni passati a riscoprire i grandi Classici ed il Cinema d'autore, riconosce l'importanza di questi prodotti come figli della sospensione dell'incredulità che fu propria di quegli anni ottanta tanto bistrattati eppure assolutamente fondamentali per quella che è stata la formazione di ben più di una generazione di spettatori.A questi brividi sopra le righe si aggiungano poi le sensazioni provate guardando l'ormai ribattezzato "lungo addio" a Paul Walker, il divertimento di godermi la pellicola in parte insieme al Fordino - che tra un gioco e l'altro, è stato distratto dai "bimbi grandi con le macchinine" - l'impressione di assistere ad uno spettacolo come quelli che mi facevano spalancare gli occhi più di vent'anni fa, fino alla commozione di fronte ad una parte conclusiva toccante e sentita, addirittura in grado di riportare alla mente le lacrime versate per il finale di Spartacus: onestamente non so se sia perchè anche io ho perso di recente un amico che era e sarà sempre in qualche modo parte della mia famiglia, ma soltanto i dieci minuti finali varrebbero un applauso a scena aperta per la sincerità con la quale Wan e tutta la crew protagonista di questa tamarrata si spoglia della realtà cinematografica per rendere - e bene - l'idea che una perdita di questo genere finisce per lasciare a chi resta.E nonostante "non ci siano addii, ma arrivederci", riesce difficile davvero credere che quelle due vetture che si separano possano essere il preludio, prima o poi, di un nuovo incontro.Così come riesce difficile pensare che chi pensa che il Cinema sia altro possa trovare intenso ed importante quello che è stato fatto qui, pur applaudendo ad un tempo il revisionismo storico - splendido, sia chiaro - di un altrettanto eccessivo Tarantino o gridando al miracolo di fronte a supposte invenzioni dai significati oscuri se non per i loro autori.Eppure quello cui ho assistito con Fast 7 è un vero e proprio miracolo, nonchè uno sdoganamento di quella che è sempre stata considerata settima arte bassa, una cocktail in grado di mescolare (auto)ironia e machismo, botte da orbi e sparatorie improbabili con massimi sistemi cui di norma preferiamo non fare cenno per evitare di essere considerati troppo normali ma che, al contrario, fanno parte della vita di tutti noi, dal primo all'ultimo.Perchè tutti noi siamo figli, padri, fratelli, amici, in qualche misura ed almeno una volta nella vita.E questo film, per quanto i suoi difetti e le sue assurdità possano essere macroscopiche, mostra proprio questo, con una schiettezza che le pellicole cosiddette d'autore tendenzialmente non hanno quasi mai.Non voglio fare una colpa a questi ultimi, ma un merito a Fast 7.Personalmente, non mi intendo di macchine e detesto guidare, eppure quando mi trovo di fronte a gioiellini di questo calibro, non toglierei il piede dall'acceleratore neppure per un secondo.Per me, la mia Famiglia, un amico fraterno.E per il Cinema.Che ha bisogno di respirare ossigeno vero, gridare all'orizzonte e sentirsi davvero libero.Come solo quando diamo sfogo ai nostri istinti "bassi" sentiamo essere possibile.
Come mi sono sentito sui titoli di coda di questo grande film.
MrFord
"And oh, my my, it would break your heart,
if you knew how I loved you, if I showed you my scars,
if I played you my favorite song lying here in the dark.
oh my my, it would break your heart."The Gaslight Anthem - "Break your heart" -
Così come James Wan e soci hanno dedicato questo film a Paul, io dedico il post, una volta ancora, a Emiliano. Anche se per me esistono gli addii, e non gli arrivederci.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
San andreas
Regia: Brad Peyton.Interpreti: Dwayne Johnson, Carla Cugino, Alexandra Daddario, Paul Giamatti.Per un blogger che si occupa di cinema, recensire un film come... Leggere il seguito
Da Beatrixkiddo
CINEMA, CULTURA -
Gli scaduti
di Lidia Ravera - BompianiL'altro giorno ho visto, in tv, un'intervista molto 'casalinga' di Lidia Ravera, che mostrava la sua casa a Roma, parlando di scelte... Leggere il seguito
Da Paolob
CULTURA, LIBRI -
Andrea Giachè - Stupide stelle
Stefania non era amata da sua madre, non era amata da suo padre. Aveva solo un amico, Tommy, che ogni giorno rischiava la vita per difendere la città. L’aveva... Leggere il seguito
Da Tuttosuilibri
CULTURA, LIBRI -
La Crisi della Scena Musicale Italiana: Cause, Soluzioni, Prospettive Volume 2
Tutta colpa di internet? La nostra analisi non può a questo punto non considerare i grandi cambiamenti apportati alle nostre esistenze dall'esplosione di... Leggere il seguito
Da Dietrolequinte
CULTURA -
In arrivo CHOMSKY-PAPPE', "Palestina e Israele: che fare?"
Ha ancora senso oggi parlare di Palestina e Israele usando espressioni come “processo di pace”, “soluzione a due Stati”, “partizione”? Leggere il seguito
Da Sherzade90
CULTURA, LIBRI -
Ida Verrei, "Arràssusìa"
Arràssussìa Di Ida Verrei Fabio Croce editore 2015 Recensione di Adriana Pedicini La vita è sempre un insondabile mistero. Non ci sono previsioni o programmi ch... Leggere il seguito
Da Signoradeifiltriblog
ARTE, CULTURA