DALL’ARCHIVIO DEL BARBIERE DELLA SERA
“Repetita iuvant”… un motto latino sempreverde. Un articolo di due anni fa che sarebbe potuto essere un reperto archeologico se il protagonista della “favola” non fosse ancor oggi sulla breccia, condizionando scelte politiche fondamentali, come l’elezione del Presidente della Repubblica e la nomina del Capo del Governo. Sempre lo stesso, teso unicamente alla difesa dei suoi interessi personali, assecondato da quel Centro-Sinistra irrevocabilmente votato alla sconfitta, che non ha mai fatto nulla per risolvere il conflitto d’interessi, mentre il paese annega nel fango.
“Domenica 1° maggio, durante la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, Berlusconi se la dorme beato
Ormai le figuracce del Cavaliere non fanno più notizia, rappresentano una norma alla quale ci siamo assuefatti con rassegnazione. “Lo stile è l’uomo” diceva Buffon e lo stile di Berlusconi è quello di un uomo mediocre, di un parvenu che si mostra agli occhi del mondo come modello della mediocrità del popolo che lo ha scelto come suo governante.
Capelli impomatati, un’eleganza da manichino della Rinascente, goffo nei modi e ancor più goffo nella parola, capace di comportarsi, anche nei più alti consessi internazionali, come un commesso viaggiatore in gita aziendale, suscitando la commiserazione dei capi di stato e di governo. Quando non racconta barzellette di dubbio gusto o si vanta della sua virilità, eccolo far le corna al suo vicino mentre è in posa per la foto ricordo, cosa per lui naturale, perché Berlusconi è sempre in posa, o sbucare da dietro un angolo per fare cucù a un’attonita cancelliera tedesca.
Un eroe dei nostri tempi, come ce ne sono tanti. Piccoli borghesi arricchiti non si sa come, che ostentano volgarmente la loro ricchezza e il loro potere; gente che sguazza nel cattivo gusto delle sue ville e dei suoi palazzi, che splende di luce propria negli alberghi per ricchi ma fa arricciare il naso quando entra in un albergo per signori, a patto che ne esistano ancora, o in un salotto aristocratico.
Ma Berlusconi non è il re della porchetta di Ariccia o del caviale del Caspio, è il primo ministro della Repubblica Italiana, ci rappresenta tutti e ognuna delle sue magre figure copre di vergogna non solo lui ma l’intero popolo italiano o, per meglio dire, quella parte del popolo che conserva ancora un minimo di decenza e soffre come una cocente umiliazione il poter essere equiparato a un individuo simile.
Ma più delle sue barzellette, delle sue battutacce da osteria o dei suoi squallidi scherzi ci offende e ci indigna la sua abitudine di appisolarsi nei luoghi e nelle circostanze più imbarazzanti. Potremmo aver pena per lui se lo sapessimo affetto da narcolessia, ma sappiamo che quegli improvvisi colpi di sonno sono dovuti semplicemente alla stanchezza di chi si arrabatta tutto il giorno, non per curare gli interessi della nazione, Berlusconi non è Cavour, ma i propri e trascorre le sue notti in bagordi.
Basta andare su You Tube che, impietosamente, ci mostra tutto il campionario dei suoi pisolini, in parlamento, a Palazzo Chigi o all’estero, durante qualche conferenza di alto livello internazionale. Ma il peggio di sé, facendoci fremere di indignazione e di disgusto, Berlusconi lo ha dato in occasione della cerimonia di Beatificazione di Giovanni Paolo II.
Durante la celebrazione, presieduta da Benedetto XVI, il nostro primo ministro, seduto fra il Capo dello Stato e un alto prelato, si è addormentato ed è rimasto sbracato sulla sua poltrona nel momento in cui tutti gli altri si alzavano. Uno scandalo. Napolitano lo guarda schifato e, dopo un momento di esitazione, con estrema discrezione, lo sveglia. Avrebbe potuto lasciarlo lì, esposto al pubblico ludibrio, ma si rende conto che quello spettacolo è un’infamia per le istituzioni e per il popolo che egli rappresenta di fronte a centinaia di milioni di spettatori.
Un gesto per il quale questo grande vecchio si merita tutta la nostra ammirazione e il nostro rispetto e dal quale, nonostante i suoi trascorsi politici non ce lo rendano simpatico, non ci vergogniamo di essere rappresentati. Un vecchio dignitoso, dritto, in piedi, accanto al quale, sbracato sulla sua poltrona, con la testa china e il labbro pendulo, si mostra al mondo per quello che è, un patetico libertino fiaccato dai suoi vizi, il Cavaliere Silvio Berlusconi.
Federico Bernardini
Illustrazioni tratte da Google Immagini