Federico Garcìa Lorca (5 giugno 1898 Fuente Vaqueros – 19 agosto 1936 Viznar)
Mattino
E la canzone dell’acqua
é cosa eterna.
E’ la linfa nascosta
che fa vivere i campi.
E’ sangue di poeti
che persero l’anima
sulle vie
della Natura.
Che armonia diffonde
sgorgando dalla roccia!
Si concede agli uomini
con le sue dolci movenze.
Il mattino è chiaro.
I camini fumano
e i fiumi sono braccia
che diradano la nebbia.
Ascoltate i romances
dell’acqua tra i pioppeti.
Uccelli senza ali
sperduti tra le erbe!
Gli alberi che cantano
ormai secchi si spezzano.
Le montagne serene
si mutano in pianure.
Ma la canzone dell’acqua
è cosa eterna.
Essa è luce che si fa canto
di romantiche illusioni.
E’ sicura e dolce,
piena di cielo e calma.
E’ nebbia e rosa
di un mattino eterno.
Miele di luna che cola
da nascoste stelle.
Cos’è il battesimo santo
se non Dio che si fa acqua
e ci unge la fronte
con il suo sangue di grazia?
Per questo Gesù Cristo
s’è confermato in lei.
Per questo le stelle
riposano sulle onde.
Per questo madre Venere
é nata nel suo seno,
e cogliamo da amore amore
quando beviamo acqua.
E’ l’amore che scorre
così calmo e divino,
è la vita del mondo
la storia della sua anima.
Essa porta via segreti
dalle bocche degli uomini
perché tutti la baciamo
per spegnere la nostra sete.
E’ un’arca di baci
di bocche già chiuse,
prigioniera eterna,
sorella del cuore.
Cristo ci ha detto:
<Confessatevi con l’acqua
di tutti i dolori,
di tutte le infamie.
A chi, fratelli,
confidar le nostre pene
se non a lei che sale al cielo
tra bianche fasce?>.
La sola perfetta condizione
é bere acqua,
torniamo più bambini
e più buoni; si rivestiranno
così le nostre pene
di ghirlande di rose
e si perderanno gli occhi
in regioni d’oro.
Oh divina fortuna
Che nessuno ignora!
Acqua dolce ove tanti
lavano lo spirito,
nulla si può paragonare
alle tue sante sponde
se una profonda tristezza
ci ha dato le sue ali.