Cicina è diversa da Cestino, sono fratello e sorella, esteticamente si assomigliano anche un po', ma per il resto poco c'azzeccano, ovviamente ancora interagiscono poco ma ho già una vaga idea su chi dei due, tra non molto, soccomberà all'altro. La loro diversità si sta manifestando in tutte le tappe di crescita e per ora, a casa nostra, nella partita femmine contro maschi, non c'è storia. Cestino era definito dalla pediatra, un bambino da manuale, potevi tranquillamente prendere una di quelle enciclopedie da 0 a 12 mesi, e scoprire che a ogni capitolo non c'era nessuna sorpresa. Lì c'erano delle fasi e lui le affrontava tutte, una dopo l'altra come da copione. La sua storia a capitoli. Di Cicina, in quel manuale, non c'è traccia, e a leggerlo sembra di aver di fronte un testo antico.Insomma diciamocelo, la fatica del secondo figlio, credevo sarebbe stata ripagata dalla maggiore esperienza che rende tutto più facile, e invece sono punto a capo. Praticamente mamma di due figli unici, e le conoscenze acquisite con il primo, a nulla mi stanno servendo con la sorella. Cestino è fisico, iperattivo, impegnativo, stargli dietro non vuol dire andar per margherite, occorre allenamento, concentrazione, pazienza e impegno, Cestino è una tempesta, ha tre anni e mezzo e sa il fatto suo. Cicina invece ha solo nove mesi e se lo beve in un bicchier d'acqua! Lei le tappe le salta, ne fa un mix e a lasciarla fare, ne inventerebbe di nuove, riscriverebbe il manuale!
Un mese fa. "Signora è troppo presto per farla camminare, la vedo molto irrequieta ma la freni un po', per lo meno non l'assecondi"queste le parole della pediatra all'ultimo controllo dopo l'ennesimo e invano tentativo di farla stare seduta. Rido istericamente. Cestino è una tempesta, lei è l'uragano. Avete notizie di uragani che siano stati fermati? E così me la ritrovo in piedi ovunque, che prova a camminare e a spostarsi, che di gattonare se ne frega, che si infila sotto il letto e si alza sul seggiolone, sta in piedi su una sedia, galoppa su un cavallino a dondolo alto il doppio e che, amando gli sterminati spazi, considera il box un insulto. Tutto questo mentre urla in cirillico e chiama a squarciagola mamma e papà. Io, supponendo che sia una mia scelta, non la freno n'è tanto meno contengo, mi rassegno impotente e la guardo incantata mentre decide che è giunta l’ora di imparare a scendere dal divano. Non vorrei scomodare il principale, ma che Dio ce la mandi buona!





