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Fenomenologia del Complottista

Creato il 08 settembre 2013 da Ilbocconianoliberale @ilbocclib

 

Finisce l’estate: c’è nervosismo nell’aria, e per le temperature che permetterebbero di passare qualche giorno in più in qualche località balneare e per l’appropinquarsi della stagione autunnale che, pur portando la ESFL Regional Conference a Milano [https://www.facebook.com/events/607214632664031/], porta anche l’inevitabile routine accademica e lavorativa. Giocoforza, bisogna trovare un bersaglio con cui prendersela. Per fortuna, nel nostro paese non mancano le alternative. Oggi dall’urna è stato estratto un esemplare che si sta moltiplicando dalle nostre parti: il complottista.

Grillo e il Complotto

Innanzitutto, una premessa: il complottista, al contrario di quanto qualcuno possa pensare, non è una specie originaria della penisola italica (pur essendosi ivi ampiamente diffusa): gli statunitensi sono medaglie d’oro nella disciplina: uno dei saggi più interessanti in merito è stato scritto da RichardHofstadtler nel 1965 (http://studyplace.ccnmtl.columbia.edu/files/courses/reserve/Hofstadter-1996-Paranoid-Style-American-Politics-1-to-40.pdf).

Fondamentalmente, il complottista è tutt’altro che una persona stupida; il complottista è subdolamente astuto: presenta, celata, una sfiducia nell’azione individuale e nelle proprie capacità, tanto che, per contrasto, arriva a credere che individui terzi, le non meglio identificate “eminenze grigie”, impugnino saldamente le redini della sua esistenza, trovando in conclusione un’utile giustificazione all’immobilismo esistenziale dal quale è caratterizzato.

Lo spettro d’azione su cui opera la “teoria del complotto” è molto ampio, e presenta una forte eterogeneità: si va dalle morti “false”, sapientemente architettate per far sparire personaggi noti dalla vita pubblica (ebbene sì, lo ammetto: Michael Jackson adesso fa il fruttivendolo sotto casa mia), fino ai vaccini, considerati inutili o persino dannosi, e commercializzati, naturalmente, solo per gli interessi economici della casa farmaceutica di turno o, ancora, ai terremoti, causati da organizzazioni para governative (se non dai governi stessi) per chissà quali vantaggi.

La situazione, per quanto risulti surreale, si fa ancor più drammatica quando le “teorie del complotto” si allargano al campo economico e politico: ecco allora spuntare il diabolico gruppo Bilderberg, setta di massoni, speculatori e banchieri senza scrupoli che vogliono, chiaramente, rovinare la classe media e affamare il mondo, “riportandolo ad un nuovo Medioevo” grazie all’istituzione di un fantomatico “Nuovo Ordine Mondiale”. La teoria a riguardo nasce dalla convinzione che “segreto” equivalga ad “inganno” (topos trasversale nelle teorie del complotto). Recentemente, il gruppo (facendo un errore gravissimo, a mio parere), per la prima volta dalla sua fondazione, si è dotato di un ufficio stampa attraverso il quale venivano resi pubblici gli argomenti sui quali i suoi partecipanti avrebbero discusso: che cosa ci sia di illecito nel fatto che privati si riuniscano al riparo da occhi indiscreti, questo i complottisti lo devono ancora spiegare.

Ancora più grave quando queste fantomatiche teorie prendono piede nel mezzo di informazione che indottrina le masse italiche, ovvero la televisione (vedasi, a titolo esemplificativo, l’involuzione di una trasmissione recentemente passata dalle reti pubbliche ad un’emittente privata).

Passando alla tassonomia, ogni complottista presenta delle caratteristiche che lo rendono riconoscibile a chilometri di distanza; tra le tante, vale la pena ricordare: numeri, percentuali e dati “ad mentula canis”, parole (o peggio, frasi) scritte IN MAIUSCOLO ogni due righe e salti logici degni del miglior “stream of consciousness” joyciano.

Una è tuttavia la peculiarità che rende il complottista tale: la mancanza di una struttura logica nei propri ragionamenti. Questa singolarità (non troppo singolare, a dire il vero…) per quanto possa apparire innocua, è in realtà una pericolosissima arma a doppio taglio: mentre rende il complottista facilmente smentibile, in quanto carente del metodo comunemente adottato nella comunicazione, nello stesso tempo e per lo stesso motivo gli permette di arrivare a conclusioni non confutabili logicamente, proprio perché i ragionamenti delle due parti si pongono su due piani diversi e assolutamente incomunicanti.

Indicativo dello stato di salute del nostro paese (e delle priorità dello stesso) è, infine, il fatto che negli ultimi 10 anni si siano portate in Parlamento interrogazioni che definire “originali” è un eufemismo: leggere [http://www.ilpost.it/2013/03/08/interrogazioni-parlamentari-scie-chimiche/] per credere.

P.S. Se volete passare qualche minuto in “allegria”, non perdetevi le perle di “Fractions of reality” [http://fractionsofreality.blogspot.it/]: imperdibili.

Gianluca Franti


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