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Ferrara riunisce in un cinema di Roma «i liberi servi» di Berlusconi per rilanciarlo

Creato il 09 giugno 2011 da Lioneisy
I 'TEATRINI' DI GIULIANO FERRARA E GLI 'STREGATI' DAL CAVALIERE.

Giuliano Ferrara deve averci preso gusto agli applausi dal vivo, visto che si è inventato il modo di avere una platea tutta per lui, di gente che la pensa come lui e che, come lui, è ossequiosamente e pedissequamente prona al Cavaliere. Così, dopo le mutande stese al 'Del Verme', sembra che i 'teatrini' di Ferrara stiano prendendo il volo. E ieri è stata la volta del cinema Capranica...Che Ferrara voglia seguire le orme di Grillo? Queste specie di 'convention' mi fanno subito venire in mente gli applausi registrati di certe trasmissioni televisive, non so perchè. Certo, il pubblico che ha deciso di partecipare lo ha scelto, anche questa è libertà, è partecipazione. Ma c'è un inganno sotto e non se ne accorgono: si tratta di una libertà illusoria, stregata dal carisma di un capo, dalla sua presenza che aleggia nell'aria e nelle menti degli astanti ottenebrandoli con la promessa dei vantaggi personali che le sue ricchezze garantiscono ai pochi eletti...Io la chiamerei piuttosto lavaggio consenziente del cervello, ma tant'è. Ci fosse stato almeno un dibattito, un litigio. Niente, sembrava un congresso di allegri subagenti. Il sistema verticistico creato da Belusconi non è tanto lontano dal sistema di distribuziuone del potere di tipo medioevale: i privilegi vanno dal principe ai vassalli, poi ai valvassori, ai valvassini e infine alla plebe. O, per fare un esempio più moderno, il berlusconismo assomiglia al multilevel marketing, quel sistema di vendita o distribuzione conosciuto più comunemente come catena di Sant'Antonio.

Ferrara riunisce in un cinema di Roma «i liberi servi» di Berlusconi per rilanciarlo

L'apporto di B. all'Italia è come quello di questo
fantoccio di cartone che lo ha ben rappresentato
ieri alla conferenza dei suoi sostenitori presso il
teatro Capranica di Roma: ovvero nullo o illusorio.


Una «libera adunata, per il caro amico Silvio». Questo è il senso - e il titolo - della riunione pubblica al cinema Capranica di Roma organizzata dal direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, che con questa mattinata ha lanciato un invito al premier a rilanciare la sua figura, il suo ruolo nel Pdl e il Pdl stesso. Senza negare, tuttavia, che «la botta è stata grossa», ha esordito Ferrara, riferendosi all'esito delle elezioni amministrative, soprattutto a Milano e Napoli.
Accanto a lui sono intervenuti il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, il direttore del Tempo, Mario Sechi, Vittorio Feltri, ma anche esponenti vicini alla sinistra come Piero Sansonetti, Ritanna Armeni e Marina Terragni. Fra le poltrone, anche i volti di Daniela Santanchè, il ministro Renato Brunetta e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Era anche stato ipotizzato un intervento dello stesso Berlusconi, che alla fine, però, non c'è stato.
L'invito di Ferrara: «Berlusconi deve fare il premier, non espugnare le Procure»


Ferrara ha aggiunto che Berlusconi «non può continuare a comportarsi come il capo di una minoranza o come l'uomo che vuole espugnare le Procure», non può perché «è il presidente del Consiglio e deve rivolgere la sua attenzione al Paese e al Parlamento». Però, ha detto Ferrara rivolgendosi al premier, «non devi abbandonarti a noiosissimi monologhi di cui il Paese si è stufato», ma deve aprirsi al confronto, con una nuova campagna di contraddittorio con la stampa, facendosi intervistare. Altrimenti, ma Ferrara non è così diretto, si perde, consensi e voti, nel Paese e anche nel proprio movimento.
Il tema delle primarie

 
Il direttore del Foglio ha poi rilanciato le primarie per il Pdl, da svolgersi fra il 1° e il 2 ottobre «con un regolamento semplice» e invitando anche altri esponenti del Pdl, come il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, a farsi avanti.
E «rifondare la Dc, finché lo dice Cirino Pomicino va bene, ma quando lo dice Claudio Scajola, un capo del partito di Berlusconi, è cosa strana», ha proseguito. E qui, la platea di berlusconiani del Capranica ha dato il primo segno di sé: qualcuno dall'ultima fila al nome di Scajola ha urlato «espulsione», ma queste cose, lo ha rimbrottato Ferrara, «non si usano più».
D'accordo con le primarie, ma non per definire la leadership, si è detta il ministro della Gioventù Giorgia Meloni: «Bisogna spalancare le finestre del Pdl all'aria fresca della partecipazione popolare con le primarie a tutti i livelli e con i congressi locali», ha detto dal palco del Capranica, sottolineando che «sarebbe invece sbagliato parlare di primarie per la leadership, perché l'unica cosa certa che abbiamo in questo momento è la leadership di Berlusconi. Ma per il resto, per la vocazione popolare del nostro partito, è necessario che la partecipazione dal basso sia assicurata. E per questo credo che vada introdotto il meccanismo delle primarie a tutti i livelli».


Secondo Meloni inoltre, «il Pdl non può parlare di meritocrazia senza mettere mano all'attuale legge elettorale con la quale i parlamentari vengono nominati dalle oligarchie di partito. Una riforma della legge elettorale che dia ai cittadini la possibilità di scegliere non è più rinviabile».
Sulla stessa linea l'intervento del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan: «A me le primarie piacciono, sono un'occasione per discutere e per confrontarsi, magari anche per litigare. Bisogna farle a tutti i livelli, purché non diventino un meccanismo di potere dei signori delle tessere e si metta in discussione l'essenza stessa del Pdl che è la leadership di Silvio Berlusconi». «Del resto - ha aggiunto - chi potrebbe mai essere quel pazzo che si candida alle primarie contro Berlusconi? Io no di certo...».


Fonte:  ilsole24ore.comPublished by: http://cuba-italia.blogspot.com

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