Magazine Maternità

Festa al nido e regressioni.

Da Jessi

regressione infantile

Festa al nido, di fine anno, di fine nido. I bambini del corso di musica sul pavimento con i genitori, prima di iniziare insieme questa ultima lezione. Giocano nell’attesa, si rincorrono, ci studiano. Poi inizia la musica, come la fanno loro: un sussurro leggero, una mano che batte, piedi che rincorrono piedi. Sembra un concerto ma non ci sono strumenti, né spartiti, né maestri: la piccola bionda batte il ritmo a terra con la mano, instancabile. A. inizia a correre, Bibi cambia il giro, S. balla: ognuno fa il suo e tutti insieme giocano al concerto. E lo fanno benissimo: è sorprendente vederli fare musica, dal niente, dal caos. A Bibi brillano gli occhi, mi si avvicina e a sorpresa si nasconde sotto la mia maglia e con l’aria furbetta ne esce solo per dire agli amici in un bisbiglio: “Il mio posto preferito!” Rimette giù la maglia e si accoccola sulla mia pancia.

Ogni bambino che nasce ci chiama a rinascere. Ci fa tornare indietro. Questo processo è descritto spesso con angoscia, paura, vergogna: la regressione. Quando nascono i fratellini, sui fratelli maggiori sembra scendere questa condanna e gli occhi di tutti sono puntati su di loro per vedere in cosa, come faranno la loro regressione. Ma regredire, in realtà, vuol dire solo tornare indietro. Guardare con occhi nuovi quanto vissuto, recuperare sensazioni perdute, risanare ferite, rinsaldare emozioni, riscrivere le leggi del destino: recuperare quello che non si è mai avuto o rigenerarlo per sentirlo ancora.

Bibi è accoccolata sulla mia pancia. Bastano un attimo e una carezza su questa testa piena di riccioli sotto la maglia e torno indietro anch’io con lei, di mesi, di anni- poi balza fuori, rinasce. Ed è grande.

Scrive Piero Ferrucci: “Vivendo con i nostri figli possiamo crescere. Possiamo sviluppare humour e pazienza, approfondire l’intelligenza del cuore, imparare a trovare i tesori nascosti nella banalità quotidiana, perfino riscrivere la nostra storia, aprirci alla felicità.”

Letture

Piero Ferrucci “I bambini ci insegnano”

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