23 maggio 2014 • Festival di Cannes 2014, Speciale Festival di Cannes, Speciale Festival OAC, Vetrina Cinema
Si è chiuso oggi il concorso del 67° Festival di Cannes con la presentazione di Leviathan di Andrey Zvyagintsev e di Sils Maria di Olivier Assayas. Due film che, pur non esaltando, confermano il livello alto della competizione di quest’anno. Leviathan è una parabola contro la corruzione e il potere “mostruoso” in Russia, che tiene dall’inizio alla fine e apre a molte riflessioni, come solo il buon cinema sa fare. Non stiamo ai livelli di Il ritorno (che vinse il Leone d’Oro nel 2003), ma si tratta comunque di un film notevole. Assayas invece firma il suo personale Eva contro Eva e dirige un trio di attrici in ottima forma (Juliette Binoche, Chloe Moretz e Kristen Stewart) in un elegante gioco di specchi che non è altro che un’indagine dell’identità femminile. Da applausi, senza dubbio, ma le emozioni rimangono un po’ strozzate.
Se dovessimo ritrovare questi due film nel Palmarès finale di certo non grideremmo allo scandalo – si tratta in ogni caso di prodotti di pregevole fattura – ma in questa edizione sono altri i film che probabilmente meriterebbero di più un riconoscimento. Chiaramente i gusti personali, come ci insegna la storia dei premi cinematografici, contano molto poco per i pronostici finali, ma è giusto provare ad azzardare qualche ipotesi.
Sicuramente Jane Campion e gli altri giurati non avranno vita facile quest’anno. Perché nonostante, a nostro parere, ci sia un solo film cui dovrebbe spettare di diritto la Palma d’Oro Cannes 2014, e cioè Mommy di Xavier Dolan (rimandiamo alla lettura della nostra recensione per comprenderne le motivazioni), le opere che si sono distinte sulle altre nel concorso sono diverse. Prima di tutto Winter Sleep del turco Nuri Bilge Ceylan, che è il vero antagonista di Dolan per il premio più ambito. Un po’ perché ci troviamo di fronte ad un’opera scritta sontuosamente, interpretata con impressionante intensità (da non sottovalutare la possibilità di un premio agli attori) e diretta con mano sicura, un po’ perché il regista turco ha già vinto diversi premi a Cannes e ancora non si è aggiudicato una Palma. Stessa situazione per la giapponese Naomi Kawase e il suo Still the Water. Forse per lei in questo caso la Palma sarebbe troppo ma un Premio della Giuria potrebbe strapparlo. Venendo agli altri competitors dobbiamo segnalare Mike Leigh con il suggestivo Mr. Turner e la nostra Alice Rohrwacher con Le meraviglie. L’autore inglese (già Palma d’Oro con Segreti e bugie) e la giovane regista italiana hanno firmato due film che per motivi diversi appaiono molto nelle corde della presidentessa di giuria e per questo si candidano fortemente ad entrare nella lista dei vincitori. Lista in cui speriamo di trovare anche il nome del comico americano Steve Carell. La sua interpretazione (drammatica) in Foxcatcher di Bennett Miller merita senza dubbio un riconoscimento.
E Godard? Il punto interrogativo è d’obbligo in questa situazione. Infatti, è giusto premiare un maestro del suo calibro? Per noi Adieu au Langage rimane, che piaccia o meno, un film di un’altra categoria. Qualunque sarà la decisione della giuria, sarà comunque comprensibile.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net
Alice RohrwacherAndrey ZvyagintsevCannesCannes 2014Chloë Grace MoretzFestival di CannesFestival di Cannes 2014Juliette BinocheKRISTEN STEWARTMike LeighNaomi KawaseNuri Bilge CeylanOlivier AssayasSteve CarellXavier Dolan