Seconda ricchissima giornata al Festival di Roma. Tanti film, tante star, un red carpet fibrillante. A segnare il venerdì dell’Auditorium della capitale è stato senza ombra di dubbio Clive Owen. Look casual, sguardo ipnotizzante, tanti autografi e sorrisi disinvolti ai flash dei fotografi, l’attore britannico è arrivato al Festival per presentare la serie tv The Knick, diretta da Steven Soderbergh. Ieri sono state proiettate le prime due puntate, ma nei prossimi giorni la manifestazione passerà in rassegna i restanti otto episodi concedendo al pubblico una completa anteprima del prodotto che sarà apprezzabile in televisione da novembre.
Owen non è stato però l’unica stella della serata. Nonostante l’assente annunciata Julianne Moore, il red carpet per la proiezione dell’emozionante Still Alice, dove la diva americana sfoggia tutta la sua bravura in un’interpretazione memorabile, è stato infiammato da un divo di casa nostra, giunto al festival da spettatore: Riccarco Scamarcio. L’attore è apparso letteralmente scatenato sulla passerella dell’Auditorium, concedendosi ad autografi e selfie con i fan appostati sulle transenne.
Se la serata è stata elettrizzante, anche nella mattina e nel pomeriggio il Festival ci ha regalato altri grandi momenti. Oltre alla Masterclass con Tomas Milian, c’è stato anche l’incontro con il sudcoreano Park Chan-Wook. Il regista dell’ormai mitica trilogia della vendetta (Mr. Vendetta, Old Boy, Lady Vendetta) ha portato a Roma il suo cortometraggio A rose reborn, realizzato per la casa di moda Ermenegildo Zegna, che vede due giovani (Jack Huston e Daniel Wu) girare per il mondo in un viaggio dalle venature mistery e qualche sprazzo di commedia. A margine della proiezione, Park ha incontrato il pubblico e ha parlato del suo cinema, delle sue passioni, del suo modo di girare, aggiungendo che nel finale che vorrebbe “girare un film in Italia”.
Dall’Asia all’Europa, nei Festival internazionali di cinema il passo e breve. E da un autore come Park Chan-Wook si è passati ad un regista francese di fama internazionale, quel Jean Pierre Jeunet che nel 2002 incantò tutto il mondo con Il favoloso mondo di Amélie. Il suo ultimo film Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet è stato presentato nella mattina di ieri nella sezione Alice nella città – la quale si conferma anno dopo anno il gioiello della manifestazione romana. Girato in 3D, avvalendosi dello stereografo di Hugo Cabret e dell’hardware di James Cameron, la pellicola è una dolce e delicata fiaba per ragazzi ambientata in America, dove Jeunet, pur limitando il suo classico istrionismo visivo, lascia esplodere comunque la sua visionarietà e la sua poesia. La storia, tratta dal romanzo Le mappe dei sogni di Reif Larsen, è quella di bambino di dieci anni del Montana che è in realtà un piccolo grande genio delle invenzioni. Dato l’entusiasmo dei ragazzi delle scuole durante la proiezione al Festival, siamo sicuri che il film si farà valere nelle sale italiane. Una data certa di uscita ancora non c’è, ma a portarlo nei nostri cinema sarà l’Italian international film di Fulvio Lucisano. Alla faccia di Harvey Weinstein che ne ha bloccato la distribuzione negli Stati Uniti.
Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net