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"Fiesta" di E. Hemingway

Creato il 26 novembre 2011 da Bens
Fiesta è un libro trascurabile; lo è per me e ci tengo a sottolinearlo per evitare che ipotetici commentatori mi accusino di totalitarismo critico. E' un libro sostanzialmente vuoto, che mi sono trascinata dietro per giorni, ingozzandomi di speranze rimaste sgonfie, dopo ogni pagina. 
Mi è diventato odioso, per l'irrilevanza dei fantocci che vi si muovono dentro, per la trascurabilità delle loro giornate spese a bivaccare tra un bistrò parigino e gli spalti di uno stadio spagnolo dove vengono inforcati troppi tori e troppi pochi toreri. Ed io, onestamente, questa passione viscerale che Hemingway ha per tori e corride, non la capisco tanto bene, lasciando ovviamente da parte giudizi scontati su posizioni animaliste. Cos'è? Una enorme ed iperbolica metafora sulla potenza sessuale e sull'intaccabile virilità machista? Ma magari sono solo maliziosa e dalla sensibilità incastrata in schemi analitici un po' polverosi. 
Brett, la "protagonista" femminile, è il cliché di quelle che chiamo vagine vaganti. Un don Giovanni nuova maniera o solo una donnetta spaventata dal tempo che, tiranno, svilisce qualunque bellezza? E sono stata anche molto infastidita da scivoloni antisemiti che Hemingway avrebbe potuto facilmente evitare. 
Però. 
Ebbene sì, oggi c'è un però, quindi rimettete a posto le vostre lingue biforcute, pronte a trafiggermi il bulbo oculare. 
Anzi di però ce ne sono due o tre. Il primo è una persona che stimo immensamente e che piange leggendo Hemingawy. Ed io ho passato mesi chiedendomi, con ossessione psicotica, cosa ci fosse di tanto meraviglioso; me lo chiedo ancora e non mi arrendo. 
E poi i giorni sono passati, lasciando che alla rabbia subentrasse una lucida e fredda riflessione. 
Quindi vi dico una cosa: probabilmente non ho mai impiegato tanto a comprendere una scrittura così essenziale e asciutta. Ci sono scrittori (pochi) che descrivono le cose con la chiarezza di un contorno pennellato da Caravaggio. Hemingway ha questo. Lui dipinge, non scrive. Ed io non l'ho capito subito, a causa di quella distorsione sentimentale che mi viene dall'essermi sempre votata a letture tanto intime quanto timideSe potessi fare una scelta, io la sua di mano vorrei e quella di nessun altro. Fra tutti quelli che ho amato, io continuerei a scegliere lui, il quale continua anche a starmi un po' sui maroni.  Aggiungo, infine, che Hemingway, questo salvataggio in corner se l'è guadagnato con le prime pagine di Addio alle armi, che ho preso in mano da qualche giorno. 
Fiesta continua a rimanere un libretto che forse non ho capito perché guardavo nella direzione sbagliata. 

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