MILANO – Dopo il TFF a Torino, è la volta del Filmmaker Festival, tutto milanese. L’evento, in scena dal 28 novembre all’8 dicembre, è una rassegna d’eccellenza nel panorama del cinema indipendente e d’avanguardia. Oltre alle solite sale dello Spazio Oberdan, del Palestrina e dell’Arcobaleno, per questa edizione aprono le porte anche la Fabbrica del Vapore e la Galleria d’Arte Moderna.
Lo special guest di quest’anno è il cineasta Lech Kowalsky, a cui è dedicata una ricca rassegna in pieno stile “underground”. Kowalsky testimonia la New York tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta.
Come film d’apertura si è deciso di proiettare Jauja (con Viggo Mortensen) di Lisandro Alonso, opera che racconta le vicende del capitano Gunnar Dinesen, stanziato in Patagonia al fianco dell’esercito argentino. Insieme a lui c’è la figlia adolescente Ingeborg, l’unica donna in un avamposto di soldati.
Tanti i film, tutti lavori di qualità e di ricerca. Ben ottantasei opere distribuite in sette diverse sezioni: dalle produzioni in concorso internazionale alle prospettive e ai fuori formato, dalla retrospettiva di Kowalsky agli omaggi all’italiano Paolo Cavara e al regista ceco Harun Farocki.
Il Festival, oltre che un’affascinante maratona di film, è anche conosciuto come luogo ideale per il ritrovo di autori e professionisti del settore che si scambiano idee per potenziali collaborazioni future.
Non è ancora giunto al termine, ma Filmmaker è già un piccolo successo che farà parlare di sé.
di Emanuele Stalla
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