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nel caso qualcuno la settimana scorsa si fosse preoccupato, non ero scappata di casa. cioè, in un certo senso sì, ma quando uno ha già in programma di ritornare non è una vera fuga. ho voluto realizzare un sogno che mi portavo dentro da circa trent'anni: partecipare a un festival del cinema. senza pretendere di andare a Cannes, ho finito per optare per il Far East Film Festival di Udine. il cinema orientale mi affascina sempre di più; sono partita dal mio amato Giappone per approdare sulle sponde della Corea del Sud, apprezzando molto anche pellicole di Taiwan, Cina, Hong Kong e Thailandia. mi sono più volte rammaricata che questi bellissimi film non trovino una distribuzione adeguata nelle sale nostrane. tuttavia lo strapotere americano è ormai impossibile da sradicare e i gusti del pubblico medio vede il cinema asiatico con molto pregiudizio, ritenendolo a torto lento e noioso. e insomma, per farla breve, ho voluto concedermi la visione di qualche bella pellicola con tutte le comodità di una vera sala, anzichè del solito schermo del computer. già prima di partire sapevo che mi sarei persa il film che più avrei voluto vedere; purtroppo il calendario è stato messo in rete pochi giorni prima dell'inizio del festival stesso, quando ormai io avevo da settimane prenotato l'hotel e organizzato il viaggio in un certo modo. peccato, ma tanto lo recupererò per altri canali. quella che non recupererò invece è la possibilità di vedere dal vivo Kamenashi Kazuya, presente il secondo giorno, sempre quando io non c'ero. sapere che uno dei miei attori preferiti sarebbe stato lì e che me lo sarei perso per me è stato un colpo durissimo. però, ripeto: ho dovuto programmare questo viaggio con adeguato anticipo e all'epoca non si sapeva nulla di ciò che sarebbe avvenuto. così mi sono almeno sfogata cercando di vedere quanti più film possibile; confesso che prima di partire ero un po' preoccupata di riuscire a resistere per ore davanti allo schermo senza che mi calasse la palpebra o mi venisse una trombosi. bè, visto che sono qui a scrivere è evidente che quest'ultima evenienza non si è verificata, invece ho rischiato seriamente di morire di fame e di sete, almeno il primo giorno, perchè i successivi mi sono organizzata facendo rifornimento di viveri al Billa prima di mettermi in fila per entrare. c'era infatti uno stretto margine di tempo fra un film e l'altro, così che se se ne volevano vedere due di seguito, occorreva rimettersi in fila per entrare non appena finito il primo. insomma, una catena di montaggio di questo genere: fila, film, pipì, fila, film, pipì, ecc. che almeno la pipì era meglio farla, visto che i film venivano proiettati senza intervallo. a proposito, state sereni: non sto per ammorbarvi con diciassette recensioni dei quali non vi frega una cippa! quelle le riservo per Daisuki. quello che posso dire è che fare questa cosa è stata una delle esperienze più fighe della mia vita. intanto il livello delle pellicole è stato molto alto: produzioni coi fiocchi, tanto per sintetizzare. poi ho amato il clima informale, con registi, produttori, giornalisti e a volte anche attori che se ne gironzolavano tra il pubblico comune. a me non piace rompere le palle alla gente per autografi e foto, quindi mi sono limitata a complimentarmi con un paio di attori di Hong Kong perchè mi è capitato di trovarmeli faccia a faccia. ho anche trovato il tempo di mangiare due volte da Sosushi, di provare tre gelaterie diverse, di assistere alla parata del 25 aprile (con tanto di banda degli Alpini), di gironzolare a fare foto nel centro storico di Udine, che è molto bello. in hotel ci arrivavo a notte fonda solo per crollare in stato comatoso sul letto, rialzarmi dopo poche ore e riprendere la routine, il che è il motivo per cui ieri sono rimasta a casa a oziare tutto il giorno in modo da riprendermi. insomma, sono stati quattro giorni molto intensi, stancanti ma pieni di emozione, e adesso sono già qui che penso che mi piacerebbe rifarlo anche il prossimo anno...
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