Si parla di banche e d’affari a Otto e mezzo con il manager Rodolfo Fracassi e Beppe Severgnini, ospiti di Lilli Gruber su La7. Un mondo che pochi conoscono, un mondo avido che spinge a comprare o vendere, a investire, a ridurre o alzare i tassi di interessi , un mondo di eccessi, senza scrupoli, che gestisce la sorte di tutti noi.
“Io me ne sono andato dal sistema delle grandi banche, afferma Fracassi, perché si cerca molto il profitto e non si tutela più l’interesse del cliente, dopo una vita investita nel lavoro è stata una scelta giusta”.

Parte la provocazione di Severgnini: “Io mi sento un pupazzo, quando vedo gli spot pubblicitari che ti dicono questa è la tua banca, la banca che ti da fiducia, ci amano, sono pensate attorno a noi, e poi se due ragazzi chiedono un mutuo e sono precari gli ridono in faccia, allora mettiamoci d’accordo”.

Si può fermare, tornare indietro? Severgnini: ” In Italia credo sia necessaria un’autorità, ci vuole una responsabilità che tuteli il consumatore”.
Dobbiamo dunque far appello ad un capitalismo più sostenibile, perché fino a che vivremo in un mondo di profitto a cascata tutte le strutture saranno sotto stress, dobbiamo iniziare a premiare altri fattori perché non è più tollerabile che le banche giochino ai piccoli speculatori. La finanza deve iniziare a fare un lavoro chiaro e semplice permettendo a chi ha i soldi di investire nelle buone iniziative, deve tornare ad essere utile, sviluppando economia con rendimenti più bassi e a lungo termine.






