Che Berlusconi assumesse posizioni politiche solo dopo aver letto i sondaggi del giorno era risaputo, ma che qualcuno dall’”interno” potesse dirgli chiaramente “basta con i giochi stupidi”, sinceramente non ce lo aspettavamo. Protagonista di questa “uscita” velenosa (l’ennesima), è il solito Gianfranco Fini di cui il “popolo della libertà” chiede a gran voce la testa. Fini boccia senza appello due culture, quella dell’”immediato” e quella del “presentismo”. Sulla prima è addirittura lapidario: “occorre una cultura rinnovata e strategica e non quella del market to market”. Rispetto alla seconda aggiunge un termine, “localismo”, che inserisce in un ragionamento frutto di un’ampia analisi: “La verità – dice Fini – è che negli ultimi 15 anni…la politica a destra e a sinistra non ha compiuto alcuno sforzo…scegliendo di cavalcare le paure e il presentismo…”. Significativa l’individuazione del periodo della involuzione della politica: “ultimi 15 anni”. Ma Fini non si ferma qui e, partendo dal presupposto che chi di Internet ferisce (il popolo pidiellino) di Internet perisce (la politica berlusconiana del carpe diem), da vita ai circoli di Generazione Futura prendendo le distanze da quelli “ufficiali” del Pdl pur affermando democristianamente che si tratta di “una associazione che opera nel Pdl”. I berluscones hanno, ovviamente dato di testa. Per loro, le cui provenienze vanno dalla Dc al Psi, dal Pli al Pri, dal Psdi fino all'Msi e al Pci, è inconcepibile che all’interno dello stesso partito si possano creare strutture parallele e “alternative” a quelle dei circoli riconosciuti e delle sezioni. Questi marpioni di lungo corso stanno cercando di far capire al Capo che quello che sta facendo Fini è pericoloso, che non esiste, che non si fa. Ma Re Ohibò Primo, avendo istituito e frequentato quelli del Polo, pensa che siano strutture inutili e buone al massimo per una partita a tresette con il morto (considerato il numero degli iscritti). Prosegue lo smarcamento di Fini, la voglia di prendere distanze da chi non esita a sbattergli la suocera in prima pagina e a dimissionargli Italo Bocchino. Continua la diatriba sul senso da dare all’impegno politico che, purtroppo, il Pdl non ha stretto com’è nella sua dimensione di “partito-chiesa-comitato d’affari” in cui non esiste la presunzione di innocenza ma l’innocenza tout court. Dell’affaire Scajola, ad esempio, sono venuti fuori perfino gli assegni intestati alle “poveracce sorelle Papa” (come le ha definite la dama di San Vincenzo Lory Del Santo da Alfonso Signorini), occorsi a pagare la casa al Colosseo. Ma Scajola cosa fa? Minaccia querele e accusa la stampa che lo ha stanato di “processo mediatico”. Il declino dell’impero romano iniziò quando Roma perse il senso della politica e della giustizia e quando la corruzione lo attaccò alle radici. A quando quello di Berlusconi visto che tutte queste “caratteristiche” le ha dal suo avvento? Considerata l’importanza che Berlusconi da ai sondaggi, per rispondere a questa domanda ci rivolgeremo direttamente al noto astrologo Paolo Fox.
Magazine Politica
Fini e i circoli di Generazione Italia. I berluscones a Silvio: “buttalo fuori”.
Creato il 04 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Che Berlusconi assumesse posizioni politiche solo dopo aver letto i sondaggi del giorno era risaputo, ma che qualcuno dall’”interno” potesse dirgli chiaramente “basta con i giochi stupidi”, sinceramente non ce lo aspettavamo. Protagonista di questa “uscita” velenosa (l’ennesima), è il solito Gianfranco Fini di cui il “popolo della libertà” chiede a gran voce la testa. Fini boccia senza appello due culture, quella dell’”immediato” e quella del “presentismo”. Sulla prima è addirittura lapidario: “occorre una cultura rinnovata e strategica e non quella del market to market”. Rispetto alla seconda aggiunge un termine, “localismo”, che inserisce in un ragionamento frutto di un’ampia analisi: “La verità – dice Fini – è che negli ultimi 15 anni…la politica a destra e a sinistra non ha compiuto alcuno sforzo…scegliendo di cavalcare le paure e il presentismo…”. Significativa l’individuazione del periodo della involuzione della politica: “ultimi 15 anni”. Ma Fini non si ferma qui e, partendo dal presupposto che chi di Internet ferisce (il popolo pidiellino) di Internet perisce (la politica berlusconiana del carpe diem), da vita ai circoli di Generazione Futura prendendo le distanze da quelli “ufficiali” del Pdl pur affermando democristianamente che si tratta di “una associazione che opera nel Pdl”. I berluscones hanno, ovviamente dato di testa. Per loro, le cui provenienze vanno dalla Dc al Psi, dal Pli al Pri, dal Psdi fino all'Msi e al Pci, è inconcepibile che all’interno dello stesso partito si possano creare strutture parallele e “alternative” a quelle dei circoli riconosciuti e delle sezioni. Questi marpioni di lungo corso stanno cercando di far capire al Capo che quello che sta facendo Fini è pericoloso, che non esiste, che non si fa. Ma Re Ohibò Primo, avendo istituito e frequentato quelli del Polo, pensa che siano strutture inutili e buone al massimo per una partita a tresette con il morto (considerato il numero degli iscritti). Prosegue lo smarcamento di Fini, la voglia di prendere distanze da chi non esita a sbattergli la suocera in prima pagina e a dimissionargli Italo Bocchino. Continua la diatriba sul senso da dare all’impegno politico che, purtroppo, il Pdl non ha stretto com’è nella sua dimensione di “partito-chiesa-comitato d’affari” in cui non esiste la presunzione di innocenza ma l’innocenza tout court. Dell’affaire Scajola, ad esempio, sono venuti fuori perfino gli assegni intestati alle “poveracce sorelle Papa” (come le ha definite la dama di San Vincenzo Lory Del Santo da Alfonso Signorini), occorsi a pagare la casa al Colosseo. Ma Scajola cosa fa? Minaccia querele e accusa la stampa che lo ha stanato di “processo mediatico”. Il declino dell’impero romano iniziò quando Roma perse il senso della politica e della giustizia e quando la corruzione lo attaccò alle radici. A quando quello di Berlusconi visto che tutte queste “caratteristiche” le ha dal suo avvento? Considerata l’importanza che Berlusconi da ai sondaggi, per rispondere a questa domanda ci rivolgeremo direttamente al noto astrologo Paolo Fox.
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