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Fini e Shifani: "quanto prima" taglieremo gli stipendi di deputati e senatori

Creato il 11 dicembre 2011 da Samalos

ROMA - "Non corrisponde al vero quanto ipotizzato da alcuni organi di informazione circa la presunta volonta' del Parlamento di non assumere comportamenti in sintonia con il rigore che la grave crisi economica-finanziaria impone a tutti". E' quanto affermano i presidenti di Senato CameraRenato Schifani eGianfranco Fini a proposito del taglio degli stipendi dei parlamentari.I presidenti Renato Schifani e Gianfranco Fini chiedono al presidenteIstatEnrico Giovannini, di concludere "nel piu' breve tempo possibile i lavori della commissione" incaricata di studiare le indennita' parlamentari in Europa "per poter subito procedere" al taglio delle indennita' in Italia. E' quanto si legge in una nota.

La presa di posizione dei presidenti delle Camere è intervenuta a interrompere la bufera che si stava scatendando dopo che ieri la maggioranza Pdl-Pd-Terzo Polo aveva chiesto la modifica della norma prevista nel decreto 'salva Italia', a salvaguardia dell'autonomia del Parlamento dal governo.
L'intervento aveva fatto sorgere più di un sospetto sull'ettiva volontà delle forze politiche di adeguarsi ai sacrifici chiesti al Paese, anche se oggi leader e capigruppo di centrodestra e centrosinistra, centro e centrodestra si sono affrettati a negare ogni volontà dilatoria. Da qui la decisione della seconda e terza carica dello Stato di scendere in campo direttamente, impegnando in prima persona le Camere ad un intervento senza ritardi.

Mentre i deputati italiani percepiscono una media di 11.700 euro netti al mese tra stipendio e indennità varie, in Europa la media è di 5.339 euro. Più nel dettaglio si scopre che i tedeschi prendono 7.009 euro, i francesi 6.892 euro, gli austriaci 8.882 euro, gli olandesi 7.177 euro. Solo per fare qualche esempio. Certo, non sarà falcidiando gli stipendi dei deputati e dei senatori che si sistemeranno i conti dello Stato, ma serve dare un segnale. Soprattutto di trasperenza. Magari partendo da una semplice constatazione: all'estero tutti i rimborsi vanno certificati con giustificativi, perché da noi no?
  

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