Un istante dopo, Sofia veniva verso di me col sorriso sulle labbra. Una stretta di mano vigorosa rimarcò l’intensità del carattere, in misura pari al suo sguardo.Ero impaziente di sentirla parlare… di Marcello, ma intanto la piccola Elsa si era voltata e, all’unisono con la madre, mi salutò: «Buongiorno».
«Elsa, Sofia, buongiorno» e porsi loro il pacchetto da parte degli amici di Napoli.
Mentre questa scena si svolgeva sotto i nostri occhi, ebbi la conferma di ciò che avevo intuito al telefono, e dai primi passi di quel messaggio in bottiglia, e che potei udire dalla viva voce di Sofia, la quale mi invitò a sedermi sulla panchina insieme a lei. A quell’iniziale quadro si era aggiunto un nuovo personaggio, armoniosamente avvinto dai tratti di Monet.Sofia mi mise a mio agio, placando subito l’ansia che, evidentemente, sentì trapelare dalla mia voce: «Dov’è Marcello?»
«Marcello sta bene» rispose Sofia, leggendo fra le righe e le corde.
«Scusami, volevo appunto chiederti… ma mi sento un po’ in imbarazzo.»
«Non preoccuparti, è normale, piuttosto raccontami un po’ di te, della tua vita, di quando ti sei imbattuto nella bottiglia contenente i messaggi. E poi, Napoli, come sta la nostra città?»
Quella donna continuava a stupirmi e, mentre mi accingevo a risponderle, pensavo alla fonte di quei gesti di raro garbo. Cominciai parlandole di mia moglie, la quale a malincuore era rimasta a Napoli, per via di impegni lavorativi. Una diversa luce nei miei occhi, dové disvelare l’origine di quella sorta di impaccio, perché a quel punto Sofia sorrise e aggiunse: «Anch’io sento un po’ d’imbarazzo, e finora l’ho celato con grande sforzo». Scoppiammo a ridere e ciò predispose i nostri animi a continuare la conversazione con la massima serenità.
Sofia a quel punto volse lo sguardo verso il pacchetto che teneva stretto fra le mani e, in quei pochi attimi, mi disvelò un altro aspetto del suo nobile animo. L’impazienza di scoprire il prezioso contenuto di quell’involucro, ai miei occhi altrettanto prezioso – data l’amorevole cura impiegata per adagiarlo alle linee dell’oggetto impacchettato –, rifletteva un altruismo straordinario. Retto dal nastrino, faceva capolino un biglietto arrotolato, di colore beige. Sofia lo estrasse ma, quando sembrava stesse per leggerlo, si rivolse a me dicendo: «Marcello, oh! Scusa, Antonio, ho pronunciato il nome di mio marito perché vorrei che fosse qui, in questo momento, per sentire il calore che emana questo dono, proveniente tra l’altro dalla terra che gli ha dato i natali. Spero di essere in grado di trasferirgli questo sentimento raro ma… raccontami di loro, sconosciuti e generosi mittenti, il cui gesto mi procura un’emozione che serberò per tutta la vita».
Quel fatto mi colpì moltissimo, una persona che stava subendo pesanti angherie – diritti calpestati, perdita del lavoro a causa di gesti ignobili messi in atto da persone senza cuore –, rivolgeva agli altri sempre un pensiero gentile, certo derivante anche da inveterate buone maniere.
Poi, srotolò il biglietto e lo lesse: “A Elsa, Sofia e Marcello giunga da Napoli l’odore del mare, lo stesso che ci ha fatto dono dei vostri pensieri, ora anche nostri. La resistenza contro il male, che traspare dal messaggio in bottiglia, rimarrà per noi tutti un esempio da seguire, soprattutto quando la situazione potrà sembrare irrimediabile e la speranza svanita”. Un abbraccio da noi tutti
Quelle parole mi commossero ma cercai di contenere le lacrime per non rovinare la scoperta del dono.
Intanto, essendo mercoledì notte, l’argentea Maremma doveva lasciar posto al lungomare di Napoli. Interruppi, quindi, il racconto di quell’incontro e mi preparai alla lettura del successivo biglietto, che eseguii di lì a “poche ore”.
Messaggio n. 4e
Le mancate risposte – altre tre settimane di silenzio – non lasciavano intravedere cambiamenti favorevoli ma, ciò nonostante, Marcello continuò a scrivere e ad inviare richieste.
La medesima lettera viene inviata, in data 15 luglio, agli stessi destinatari delle precedenti, cioè al dottor Notturni (commissario straordinario), alla signora Miriam Deserti per la Filcams-Cgil, al signor Geremia Stracciollo per la Uiltucs, alla società acquirente Phambion S.p.a. e, infine, al Ministero dello Sviluppo Economico.
Oggetto: Richiesta “Dime Falegna”
Salve, le scrivo per sapere cosa ne pensa delle lettere che le abbiamo inviato. Data la gravità e la drammaticità in cui siamo sprofondati le sarei grato se volesse argomentare la risposta per ogni punto delle suddette missive.
Cordiali saluti. Dott. Marcello Marchesi
P.S.: data l’impossibilità della presenza giornaliera dei dipendenti in azienda, le sarei grato se volesse considerare, per le comunicazioni inerenti alle suddette lettere, anche l’indirizzo di posta elettronica da cui sto scrivendo.
Dei cinque interlocutori, due si degnarono di rispondere, forse indotti dall’eco antica di battaglie sindacali, quando con i lavoratori si parlava faccia a faccia, e a volte anche testa contro testa.
Alle due del pomeriggio di quello stesso giorno, arriva la prima risposta.
Egr. Dott. Marchesi, innanzitutto le assicuriamo di aver informato il Segretario Generale della sua mail di oggi e che le sarà data al più presto possibile una risposta esaustiva, punto per punto, alle questioni poste nella sua mail. Purtroppo oggi il Segretario Stracciollo non è in sede in quanto impegnato in attività sindacale sul territorio ed in altre aziende. Ad ogni buon conto possiamo assicurale già da adesso che, nella attuale complicata fase attraversata dall’azienda e con gli oggettivi limiti dovuti alla ben nota situazione in essere, la nostra Organizzazione Sindacale continuerà a svolgere il proprio ruolo a sostegno e tutela dei lavoratori, sia per un’eventuale acquisizione della Dime Falegna da parte di altra azienda sia, nel caso, per l’eventuale adozione di strumenti di ammortizzazione sociale.
Nell’attesa di poterle fornire le risposte richieste cogliamo l’occasione per manifestare a lei ad a tutti i lavoratori del Gruppo la nostra più profonda solidarietà ed il nostro sincero impegno.
Segreteria UILTuCS – UIL Campania
Grandi parole
Dopo tre ore, giunge la seconda responsiva.
Buonasera, ho letto le sue lettere, di cui quella del 22 giugno prendo visione solo ora.
Nel merito mi riservo di risponderle nei giorni successivi a domani, in quanto vedrò il Commissario al Ministero del lavoro per la proroga della Cigs e quindi con elementi maggiori di conoscenza rispetto a quanto mi avete segnalato, così da fornirvi un quadro complessivo.
Fermo restando che non lo faccio né per il vostro risentimento, rammarico e deploro ma perché rientra nel ruolo che ricopro, nei limiti dello stesso e in quanto comprendo benissimo cosa vuol dire perdere il proprio posto di lavoro, dato il quadro di crisi che da oltre un anno il paese sta attraversando che ha fatto sì che come sindacato purtroppo ci siamo dovuti occupare di centinaia di fallimenti e crisi aziendali.
A presto. Miriam Deserti
Trascorsi altri quindici giorni senza notizie – appeso a un filo che regge a fatica – Marcello invia un’altra lettera, i cui destinatari sono il commissario e il Ministero dello Sviluppo Economico.
Salve, le rinnovo l’invito a rispondere alle lettere. Riporto, altresì, la mail del 15 luglio.
Cordiali saluti. Dott. Marcello Marchesi
Questi ennesimi inviti sortiscono una risposta, che arriva il primo agosto.
Prendo atto della sua/vostra richiesta e soprattutto del tono perentorio ed autoritario che si addice più all’Autorità Giudiziaria che non a dei dipendenti. Ciò premesso le/vi rappresento che ogni decisione in ordine al personale è stata da me assunta previa autorizzazione dell’organo di vigilanza e concertazione con le OO.SS. alle qual siete invitati a rivolgervi per ogni delucidazione e chiarimento. Le/vi rappresento inoltre che ogni iniziativa avente ad oggetto il personale, nelle fattispecie come quella che ci interessa, deve essere concordata con le OO.SS. Quanto poi allo stralcio della corrispondenza intercorsa con uno dei fornitori della società mi lascia perplesso la sua disponibilità del documento essendo questo riservato e comunque non nella disponibilità dei dipendenti, pertanto le/vi sarei grato di conoscere i tempi e le modalità con cui ne è/siete venuti a conoscenza per consentirmi di adottare ogni misura di tutela della procedura nelle sedi più opportune. Il Commissario Straordinario
Quelle lettere non avevano bisogno di interpretazione. Lavoratori abbandonati proprio da coloro che, in Italia, sbandierano l’impegno per salvaguardarne i posti di lavoro. Cosa nascondessero quelle canzonatorie risposte, era il nodo da sciogliere, nella speranza di dare una mano fattiva a Marcello e a tutti i suoi colleghi.