Come è già successo per le precedenti manifestazioni del popolo degli “indignati” che si mobilitano per dare sfogo alle voci di protesta dei Cittadini Italiani che lamentano l’attuale insostenibile situazione politica, anche la protesta per la legge bavaglio, monta in rete, ma la prova della piazza, delude le aspettative.
Un’appannamento che sembra in contrasto con un governo che invece accusa colpi e contraccolpi e che con tenacia tenta il tutto per tutto, forse bisogna riflettere che le modalità di protesta sono cambiate. L’web funziona nel passaggio delle informazioni ma meno per l’aggregazione in piazza. L’Italia non arretra e lo ha urlato, compatta, in un coro di indignazione ma per via telematica. Di fronte alla minaccia di una nuova “legge bavaglio”, “solo” centinaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il ddl intercettazioni e, in particolare, contro l’ormai famigerato comma 29, meglio conosciuto come comma “ammazza-blog”.
Siamo in una fase storica di passaggio e le persone, forse esauste e sfiduciate non hanno aderito numerose al richiamo della protesta della piazza. Il Bavaglio è solo un pezzo di un’iniziativa più generale che mette insieme le censure, i tagli e il depotenziamento del servizio pubblico, gli interventi sui giornalisti, insomma tende a colpire la libertà d’informazione. Berlusconi ha paura, ma non recede e intensificala l’attività politica che esaminerà la legge la prossima settimana.Una situazione torbida, resa ancora più ambigua dalla strategia del governo, che sembra utilizzare la crisi, e il fatto che i cittadini sono impegnati a pensare a come arrivare alla fine del mese, per continuare l’affondo verso la libertà d’informazione.
Non si riesce a identificare quale sarà il nuovo collante che terrà uniti gli italiani per spingersi al riconoscimento e ritrovarsi uniti e insieme per superare i grandi problemi che ci attanagliano e recuperare i valori. Nel frattempo, le associazioni, i giornalisti e i blogger hanno iniziato un processo di sensibilizzazione con iniziative e nei confronti di diversi parlamentari per presentare emendamenti per modificare la legge.Questa legge sarà un buco nell’acqua, perché le parole devono rimanere sempre scritte o dette in libertà, forti e chiare!