Certe cose sembrano favole da raccontare. Pur nella loro semplicità, mettono di buonumore.
Questa focaccia ne è un esempio, e non ve lo dico solo per arte narrativa, ma perché quando riesco a tirar fuori qualcosa di buono dal forno, provo un senso di soddisfazione che irradia benessere anche nelle condizioni più insperate.
Che sono alle prime armi lo sapete. Quindi, voi esperti panificatori, non sorridete di me se mi soddisfa essere riuscita a fare una semplice focaccia. Un pò c'è l'entusiasmo del principiante, un pò c'è la magia della panificazione.
La storia nasce in una terra calda, la sicilia. Terra in cui ad Aprile ci sono già 28 gradi C.
Quindi succede di passare due o tre giorni a pianificare le giornate per riuscire ad impastare una brioche, per poi ritrovarsi col lievito bello arzillo ma che comincia a calare di qualche millimetro per il caldo. Che faccio?
La mia amica più esperta di me mi spiega i rischi, e mi suggerisce una ricetta "di semplice lievitazione", dove la possilità di sentire l'acidità della pasta madre è inferiore. Scelgo una focaccia, la voglio dolce.
Ma è una congiura: visite, confusione, campanello che suona, sembra che 'sta focaccia non s'ha da fare. Non demordo: metto in forno la cena, mi tolgo tutte le priorità, e comincio ad impastare che è già tardi. Così facendo la focaccia avrebbe finito di lievitare alle 4 del mattino. Che faccio?
Qualche quarto d'ora di riflessione, alla fine decido di farle fare le prime ore a temperatura ambiente, ed il resto della notte in frigo. Quindi impasto, mi metto davanti alla tv, lei si fa le prime tre ore di lievitazione, e poi ce ne andiamo a dormire, lei in frigo ed io a letto. Riuscirà?
La mattina presto, al mio risveglio, la tiro fuori dal frigo: so che ci vogliono un paio d'ore perché torni a temperatura e riprenda la lievitazione. Esco, porto Bry a scuola, vado a lavoro, torno per l'una.
La prima cosa che faccio e guardarla, constatare che ha triplicato il suo volume, e per non farla andare oltre con la lievitazione la stendo in teglia: ci vogliono ancora un'ora o due.
Poi pranzo, chiacchiero un pò con un'amica, e lei è pronta. L'originale è una focaccia con le mele, ma alla mia bimba piace il cioccolato. Provo? Provo. Spargo, inforno, e lei cuoce in fretta: diventa bella e dorata in poco tempo. Facile, facilissimo: profumo e aspetto mi danno una grande gioia.
Aspetto un pò che si raffreddi, ed il taglio è una goduria: è sofficissima.
Si sente l'acidità? Sono curiosissima. Alla fine del pomeriggio rincasano tutti, ed io sto lì a guardarli addentare la mia focaccia attendendo il responso. Buona, molto buona. Per qualcuno si sente un pò (è il sapore del lievito madre), che ben si sposa con il dolce, però. Nella media, ha preso una valutazione alta dai familiari ipercritici. Direi che posso ritenermi soddisfatta, e presentarvela.
Per una teglia diametro 28cm (Ricetta di Fables de Sucre)
- 200 gr di Farina 00
- 150 gr di Farina Manitoba
- 105 gr di Pasta madre rinfrescata 2 volte
- 180 gr di Latte
intero frescoparzialmente scremato - 2 tuorli
- 70 gr di Zucchero semolato
- 10 gr di Miele
- 1 gr di Sale
3550gr di Burro tedesco
Mettere in planetaria col gancio K il latte appena tiepido e la pasta madre spezzettata senza schiacciarla con le mani. Avviare a velocità di mescolamento.
Unire le farine setacciate e mescolare ancora.
Sostituire la foglia con il gancio per impastare e unire tuorli, zucchero e per ultimo il miele.
Cominciare ad incordare, ovvero mescolare fino ad ottenere un impasto lucido e ben aggrappato al gancio.
Nel frattempo tirare fuori il burro dal frigo e renderlo appena in pomata. Unirlo a piccolissimi pezzetti, aspettando che il gancio in movimento faccia assorbire il pezzo precedente prima di aggiungerne ancora. Continuare così fino alla fine del burro, quindi unire il sale.
Impasterete in tutto per circa 15-20 minuti.
Mettere in una ciotola unta con coperchio e lasciare in forno spento con lampadina accesa. Dovrà triplicare di volume. Io ho messo in frigo dopo tre ore di lievitazione, lasciando lì per tutta la notte. L'indomani ho tirato fuori dal frigo per 6 ore.
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Trascorso questo tempo (circa 8 ore se non usate il frigo) ribaltare l’impasto lievitato sul piano di lavoro infarinato, sgonfiarlo leggermente, e adagiarlo nella tortiera cercando di dargli uno spessore omogeneo.
Quindi ponete ancora a lievitare per un’altra ora e mezza circa.
Accendete il forno statico a 160°C.
Unite sulla superficie dei pezzetti di frutta fresca (mela, pera) e spennellate con una noce di burro fuso. Spolverate con zucchero semolato ed infornate per 30 minuti (io 25) o fino a doratura.
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