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Fondazione Mandralisca, dipendenti senza stipendio

Creato il 02 aprile 2014 da Makinsud

Il nuovo corso della Regione Sicilia prevedeva come punti chiave l’abolizione dei finanziamenti ad enti e associazioni che, spesso in maniera poco trasparente, riuscivano ad ottenere milioni di euro ogni anno. Con il taglio di tali sprechi, però, sono stati tolti preziosi contributi anche ad alcune associazioni d’eccellenza. Tra questi enti vi è la Fondazione Mandralisca di Cefalù, piccolo ente che conserva una delle opere di Antonello da MessinaIl Ritratto di uomo”, dove viene raffigurato un uomo, forse un marinaio, con uno sguardo enigmatico: un’opera capace di attrarre ventimila visitatori ogni anno.

Così, in tale situazione, anche il Museo di Cefalù ha dovuto partecipare ai bandi per ottenere i fondi regionali, annunciando il rischio di chiusura: alla fine tale pericolo è stato scongiurato dalla volontà dei lavoratori, che hanno tenuto aperto il Museo garantendo anche la custodia 24 ore su 24. A seguito di tanti sforzi, la Fondazione Mandralisca ha ottenuto 99 mila euro di finanziamento per il 2013 ma, nonostante risultasse vincitrice dei fondi regionali e quindi finanziabile, la Fondazione Mandralisca non ha ricevuto i soldi che le spettavano. Così, tutti i dipendenti del Museo lamentano di essere senza stipendio da ben 11 mesi. Una situazione molto grave che, però, non li ha fermati: continuano a fare il proprio lavoro, garantendo l’apertura della galleria, con la collezione archeologica e numismatica, la pinacoteca e la sala dedicata alle conchiglie per i migliaia visitatori che ogni anno raggiungono Cefalù.

fondazione Mandralisca

E’ innegabile, però, che la situazione che sta vivendo la Fondazione Mandralisca con i suoi dipendenti è realmente molto critica, anche se il Presidente della Giunta siciliana, interrogato a proposito dal Sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitono, ha elogiato il Museo di Cefalù affermando: “Il Mandralisca è uno dei musei che più adoro», ha risposto: «Il “Ritratto di ignoto marinaio” di Antonello da Messina è meglio della Gioconda. Se ce lo rubasse la Francia diventerebbe un capolavoro internazionale”.

I dipendenti del Museo di Cefalù e i turisti sperano che si possa individuare al più presto una soluzione definitiva per il loro futuro ma anche per le sorti di un’eccellenza siciliana, un centro culturale di prima importanza oltre che un possibile volano di sviluppo per la Regione.


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