Anche se non si hanno conoscenze certe in materia, molti sostengono che la creazione del primo fondo comune avvenne in Olanda nel 1774 grazie ad un mercante olandese di nome Adriaan Van Ketwich. Adriaan stesso denominò la sua invenzione Eendragt Maakt Magt (“unità che genera la forza”).
Il nuovo fondo permetteva, ai potenziali investitori, l’ acquisto di quote del fondo fino a quando non vennero venduto tutte e 2.000 unità a disposizione. Una volta che il fondo fu pieno, l’ unico modo per le aziende di accedere ad esso, era quello di acquistare unità da un socio già esistente che aveva anch’ esso acquistato una parte del fondo.
Il fondo di Adriaan comprendeva anche una dichiarazione contabile annuale degli azionisti a cui potevano accedere in qualsiasi momento.
Questo modello di fondo comune ha cominciato a guadagnare popolarità in Europa occidentale durante la fine del 1700 e attraverso il 1800, raggiungendo infine le rive del America nel 1890. Il primo fondo chiuso americano ad essere utilizzato avvenne nell’ anno 1893 con la creazione del Personal Property Trust di Boston.
Dopo solo un anno di esistenza del fondo la popolarità era evidente; gli investimenti al fondo erano crescite da 50.000,00 ad oltre 390.000,00 dollari. Il fondo comune è stato anche il primo prodotto finanziario allargato anche ai cittadini nel 1928. Quello stesso anno vide anche l’ introduzione del Fondo di Wellington, che fu il primo fondo comune ad includere anche azioni ed obbligazioni, a differenza dello stile mercanteggiante della Banca diretto agli investimenti negli affari e nel commercio.
Nel 1924 nasce il primo fondo moderno a Boston con l’ introduzione dell’ Investors Trust (società di investimento); il Massachusetts fu il primo stato ad utilizzare il fondo comune con un open-end di capitalizzazione, permettendo così al fondo il rilascio continuo e la possibilità di riscattare le proprie quote da parte dei compratori.