Football Club Torino
Verso la fine del 1906, precisamente il 3 dicembre, in una notte ribelle di nebbia gelida nacque una società destinata a lasciare un’impronta indelebile nella storia calcistica nostrana: il Football Club Torino. Nella birreria Voigt di Via Pietro Micca, un gruppo di dissidenti juventini capeggiati da Alfredo Dick si unirono con il F.C. Torinese, la Ginnastica Torinese e con l’Internazionale di Torino, in altre parole con tutte le squadre che avevano scritto la (ancor breve in verità) storia del football cittadino. Da questa unione, benedetta dal Duca degli Abruzzi, venne fondata la squadra che, da lì in poi, sarebbe diventata l’antagonista cittadina della Juventus. Con Dick se ne andarono anche alcuni degli elementi migliori della Juventus come lo scozzese Dimet e l’inglese Squair e pure un campo dove giocare. Infatti il contratto con il quale la Juventus disputava le proprie partite interne al Velodromo Umberto I era stato firmato e intestato da Dick e, una volta fondato il Torino, sul campo del Velodromo ci giocò la neonata squadra torinese.
Da subito venne adottato il granata come colore sociale. Motivo? Non c’è una spiegazione univoca: un po’ storia un po’ leggenda, per alcuni la decisione fu presa da Dick come omaggio alla squadra del Servette di Ginevra, della quale era gran tifoso; per altri, invece, la spiegazione risiede nella volontà di omaggiare il presidente onorario del club, il Duca, con l’utilizzo del colore della Brigata Savoia che nel 1706 aveva liberato Torino dall’assedio dei francesi. Un po’ storia un po’ leggenda, caratteristiche che saranno proprie del club per tutta la sua storia a venire.
L’esordio ufficiale avvenne una decina di giorni più tardi, a Vercelli, il 16 dicembre: fu una bella vittoria per 3-1 a dare fiducia ai soci e ai giocatori. Anche i successivi risultati del Torino non furono per nulla negativi, se è vero che nel campionato del 1907, dopo aver sconfitto per ben due volte la Juventus (2-1; 4-1), si piazzò secondo nel girone finale alle spalle del Milan, senza perdere mai una partita!
Iniziava così la storia e anche la leggenda…