Alla domanda: dov’era Laurent in questi anni? La risposta: qui!
Così scrive Laurent Viérin sul sito dell’UVP: ” Apprendiamo oggi, purtroppo, con amarezza, che la Valle d’Aosta scompare anche dal salone del libro di Torino, dopo anni di presenza. Uno dei più importanti saloni internazionali, grande occasione di promozione culturale per la nostra Regione. Che tristezza vedere la Cultura cancellata per una comunità come la nostra. Tutto questo mentre, drammaticamente, certe grandi opere continuano, assieme ai super manager da 300 mila euro all’anno… Triste realtà per una comunità che sta perdendo la propria identità e una Amministrazione che sta facendo morire la Cultura.”. La Valle d’Aosta scompare dal Salone del libro. Avete mai visto il Veneto al Salone del libro? O il Lazio? O la Campania? Io no. Io ho sempre visto i libri, le case editrici, gli autori, gli editori… regioni mai. Ricordo il grande stand della Regione Piemonte, della Provincia e della città di Torino, ma era uno spazio istituzionale dovuto in quanto ospite della manifestazione. Quindi… un passo avanti verso la normalizzazione che vuole le case editrici come imprese che fanno investimenti. Le nostre troppo piccole per affrontare i costi? Che creino una cooperativa di scopo e magari chiedano un piccolo contributo pubblico per pagarsi uno stand. Perché mai deve pensarci in toto la Regione? Ci lamentiamo sempre che la Grande Sorella sorveglia su tutti e poi quando lascia il campo ci sentiamo orfani? E poi da chi arriva la predica!
Da uno che ha massacrato la Porta Pretoria! Da uno che ha umiliato il Teatro romano con un’impalcatura di ferro! (I costi per smontarla a quanto ammontano? Mi dicono a 50 mila euro. Sai che bel contributo per le piccole case editrici locali!). Da uno che ha proposto un centro benessere nell’area megalitica di Saint-Martin! Da uno che ha gettato al cesso soldi per un premio tanto stupido quanto costoso quale è stato il premio Mogol! Da uno che voleva l’ospedale esattamente dove lo vuole Rollandin! Ma di quale cultura è mai stato promotore Laurent Viérin? Ha semplicemente costruito un esercito di beneficiati, controllando, da bravo politico, tutte le offerte selezionandole in base al suo tornaconto personale. Gli unici politici che hanno dato alla cultura il suo libero spazio, svincolandolo dal rapporto diretto con il politico, sono stati Liborio Pascale che aveva delegato il compito a un direttore artistico: Janus di Torino (mai avuto niente da lui, ma gli riconosco l’unico periodo di “rinascimento contemporaneo” che ha vissuto la nostra regione) e poi Ennio Pastoret che aveva affidato a una curatrice, Antonella Crippa di Milano, il compito di selezionare gli artisti valdostani per una serie di esposizioni. Una scelta che rientra nella normalità del gestire la Cultura, liberandola dal clientelismo e affidandola al merito. Un modus operandi che non mi sembra appartenere al giovane-vecchio-ex assessore.