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Forse non era solo una crosta di pane

Da Gio65 @giovanniparigi

http://us.123rf.com/400wm/400/400/willypd/willypd1202/willypd120200026/12597374-dettaglio-di-piccione-testa-viola-e-verde.jpgSpesso si sente dire di uomini o donne messi a nudo, ma quanti sanno in realtà cosa significa? Chi lo è mai stato per capire? Pochi io credo, tanto che ormai la frase è solo un modo dire privo d’esperienza. Eppure è un’esperienza che insegna.

Partii dall’Umbria come se fuggissi e mi diressi a Milano. Da lì andai a Genova e da Genova a Nizza dove dopo tre giorni finii completamente i soldi. Uscii dall’albergo convinto che una soluzione l’avrei trovata, ma la sera vi feci ritorno promettendo, per una camera, l’orologio che avevo al polso. La povera signorina della reception, pur molto dispiaciuta, mi disse che era vietato dalla direzione riservare camere a chi non avesse soldi per non pagarle. Digiuno da giorni, avevo un unico letto: qualche panchina.

Fu una notte completamente insonne sia per la fame, sia per il freddo (era quasi novembre) Al mattino molto presto, cioè appena albeggiò, presi a vagabondare in direzione del mare, ma prima di arrivarci mi fermai sulla panchina di una grande piazza in preda allo sconforto. All’alba, come sapete, gli uccelli di campagna, come quelli di città, iniziano la loro giornata. E dei piccioni la iniziarono in maniera ben strana. Infatti a un centinaio di metri c’era un grosso albero. A un certo punto li vidi comparire volando e fare attorno all’albero un girotondo festante a mezz’aria. Pur giù di corda la scena mi fece sorridere: vedere  trenta, quaranta piccioni che fanno un carosello non accade tutti i giorni e comunque a me non era mai capitato.

A un tratto cambiarono direzione e vennero a posarsi sul filo elettrico che mi passava tre o quattro metri sopra la testa. Piegai la testa all’insù per guardarli, sempre rimanendo seduto. Uno dei piccioni mi mise ben a fuoco torcendo il collo. Fu allora che vidi cadere ai miei piedi una crosta di pane. Lo ricordo come se fosse ora che sorrisi e scherzosamente ringraziai. Mi lasciarono di lì a poco a fissare quel pezzetto di pane caduto letteralmente dal cielo. Allora non giunsi a nessuna conclusione. Forse adesso riesco a dare un senso a quanto accaduto. Chissà che non fosse un invito a gettarsi umanamente nudo nelle braccia della provvidenza. Chissà che allora non fossi stato invitato a sperimentare quanto recitiamo nel Pater, cioè:” Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. E chissà se con po’ di coraggio sarei riuscito a vivere un cristianesimo radicale.

Quanto mi dispiace per quella telefonata a casa con cui chiesi i soldi per rientrare. Non ho avuto coraggio, non ho avuto fiducia. Quel “dacci oggi il nostro pane quotidiano” che recito è rimasto solo una locuzione, non è mai divenuto quello che dovrebbe essere: un’esperienza. 


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