È un momento tristissimo per Montegranaro, il momento in cui deve salutare uno dei figli che gli hanno dato più lustro in epoca recente, uno sportivo di altri tempi, un uomo giusto. Michele Gismondi è stato lo sportivo montegranarese per eccellenza, quello per il quale generazioni di suoi concittadini hanno mostrato un giusto orgoglio, vantandosi di avere gli stessi natali, intonando la canzoncina che un tempo tutti conoscevano: “Forza Michè, che si un campione!”.
Michele era un uomo giusto, retto, tutto d’un pezzo. Ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e lo posso testimoniare non per sentito dire ma per esperienza diretta. Era noto come “il gregario di Coppi” ma è una definizione riduttiva. Michele Gismondi era un grande atleta che nel corso della sua pur breve carriera agonistica è stato in grado di lottare coi migliori, arrivando addirittura secondo al campionato del mondo del 1959, e proprio il migliore dei migliori, quel Fausto Coppi che scrisse la storia del ciclismo, lo volle come proprio angelo custode. E questo ruolo ricoprì con devozione, serietà e spirito di sacrificio, quelle doti che sono poi tipiche di tanti montegranaresi.
Oggi Montegranaro piange il suo campione. La città si stringe intorno alla famiglia, al sindaco suo nipote, e ai tanti amici che Michele lascia. C’è il ricordo che rimane, e il suo insegnamento, quello di uno sportivo pulito e di un uomo giusto.
Luca Craia