E' arrivato il caldo e con lui la mia solita inarrestabile voglia. Solo che l'anno scorso era di Agosto e precisamente il primo di agosto, che guarda caso era anche lunedì. Quest'anno sono in anticipo, ma ho i miei buoni motivi. Alle soglie di una operazione alle tube mi ritrovo a rivivere, come ogni estate, sensazioni già note e conosciute. Solo che questa vota è diversa, perché non faccio i conti con il senso di esclusione totale, ma con un altro stato d'animo, nuovo, mai conosciuto prima: quello che deriva dal vedere il proprio obiettivo spostato un po' più in là. Sei completamente proiettata in avanti, ti sei figurata un'estate di attesa fertile e rigogliosa, positiva e invece ti ritrovi con giornate piene di incognite e con la prospettiva, nella migliore delle ipotesi, di un'operazione d'estate, nella peggiore a ottobre. E ancora non lo sai, è per questo che non puoi neanche programmarti la vacanza.
Estratti di conversazioni inutili e indecenti. La prima, per telefono, con un'amica di famiglia, over 50. Una donna che si presenta giovanile, nell'aspetto e nel modo di agire e pensare. Una donna creativa e viva. Una donna che chiede, si interessa, ma non sa cosa farsene delle risposte che ottiene, evidentemente. Una donna troppo presa da se stessa, forse, e dai suoi problemi, per arrivare a sentire l'altro. E io come una scema ogni volta che ci casco, perché ho molta - troppa a ben vedere - fiducia nel genere umano.
- Nina ciao sono io, come va? Come sono andati poi gli esami e le visite? - - Oh, ma grazie del pensiero, che carina che sei! Abbastanza dai. A parte le tube però, pare che dovrò toglierle, sono infiammate sai... - e le faccio un breve compendio, per renderla partecipe della cosa, in modo che riesca a capire di cosa si tratta - Perciò tecnicamente sembra essere una sciocchezza l'operazione, mentre psicologicamente bè..in quanto donna puoi capirmi no? E' un po' difficile da accettare, ecco. Anche se mi ripeto che in fondo si fa, che sono stata fortunata, io comunque ci sto male... - - Ahaaaa - sospira in un modo così coinvolto, forse la pena le ha tolto le parole, penso. Ma neanche il tempo di formulare questa ipotesi che lei mi smentisce in un attimo: - Sai, conosco un sacco di donne senza tube... - - Davvero?! - lo vedi testina che non sei sola? - Si, c'ho delle amiche che se le sono fatte togliere, dopo il secondo o terzo figlio, per non rimanere più incinte, così da essere più libere e tranquille - Disarticolazione delle mascella. La mia. Salpingectomia come metodo anticoncezionale, no dico, cazzo c'entra? - IO NON l'ho scelto però - controbatto seccata - e non ho neanche un figlio....Io sono costretta per... - - Uh Nina aspetta che mi sta suonando il cellulare. Devo lasciarti scusami. Ti richiamo poi eh. Ciao. - E mette giù. Così. Come se io non stessi parlando. Come se l'argomento non fosse delicato. Come se a lei, in fondo in fondo, non gliene fregasse un emerita ceppa. Ho imparato che devo valutare bene come investire le mie energie, perché in certi casi anche solo rispondere e cercare di spiegare, è uno spreco inutile. E poi ci sto male.
Venerdì mattina prima di andare a pagare l'imu (nota doleeeente) incontro per strada mio padre con la compagna.
Piccola digressione: Lui è mio padre adottivo, ha sposato mia mamma che io ero in preadolescenza piena. Non ha mai avuto figli, non poteva averne e la scienza, ai suoi tempi, non era ancora in grado di dargli una mano.
Lei anche è vedova da diversi anni e ha una figlia della mia età.
Ci fermiamo al bar a prendere un caffè. Colgo l'occasione per aggiornarli sugli ultimi eventi della mia vita, insomma mio padre sa tutto della mia situazione e mi pare giusto che sappia anche che a breve dovrò sottopormi a una nuova operazione. Così senza troppi giri di parole vado al sodo:
- Devo togliermi le tube -
Sconcerto sul suo volto, stupore su quello della compagna. Mi affretto a rassicurarli (si ho questo vizietto: mi viene da tranquillizzare i miei interlocutori anche se stiamo parlando di me e dei miei penosi problemi e sarei io ad averne più bisogno):
- Ma l'operazione in sé per sé è una sciocchezza eh. Traquillo Babbo, in laparoscopia, tre giorni e sono a casa -
Mi fanno la domanda di rito, che la preoccupazione maggiore per tutti pare essere quella di capire se le mie possibilità di diventare madre sono compromesse, oppure no. Che io lo capisco pure, come atteggiamento, di fronte al dolore cerchiamo sempre un'appiglio, la luce. Mi sto abituando al fatto che per quel che concerne il dopo e cioè le conseguenze emotive, le implicazioni psicologiche, me la dovrò vedere da sola. Si perché quasi nessuno ci pensa al trauma, a meno che non ce lo fai pensare tu e anche in questo caso non è detto che capirà l'entità della cosa (vedi sopra).
- Si si - Modalità Conforto inserita - la Fivet potrò farla, tanto le tube non mi servono per quella! Il problema sarà dopo, che la speranza magari di fare il secondo naturalmente c'è sempre, invece senza tube addio sogni di gloria, solo la fecondazione assistita c'è per me, come risorsa -
E qui parte lo sketch, inaspettato e spontaneo. Lui e Lei che si confrontano su un tema davvero fondamentale e attualissimo, per la sottoscritta:
Meglio due figli o uno solo?
La di Lei teoria:
- Guarda due figli sono un'impegno costante, vedi mia figlia con due bimbi piccoli. Sempre in giro appresso a loro e il lavoro, la casa, l'asilo. Per non parlare dell'impegno economico. Nonnò, uno solo è meglio fidati -
La figlia è una Mamma Ragioniera, ha sempre deciso quando rimanere incinta. La figlia, qualche mese fa, temeva di essere rimasta incinta per la terza volta, per sbaglio.
La teoria di mio padre:
- E ma uno solo poi rischi di viziarlo. E poi il confronto aiuta a crescere. Se uno può mantenerli, meglio due. -
Come se io fossi nelle condizioni di scegliere.
Sono andati avanti un bel pezzo, io non sapevo se alzarmi e andarmene, ordinare un Prosecco (alle 11:00) oppure scoppiare a ridere per tanta ingenua buona fede. Alla fine ho optato per il ritorno alla realtà coatto: - Scusate, senza che perdete tempo, vi ricordo io come stanno le cose per me: per una come me già riuscire ad averne UNO sarà una sorta di grazia, quasi un lusso direi. Perciò già è tanto se rimango incinta una volta e se riesco a portare avanti la gravidanza - e punto. Silenzio, la pace è ristabilita.
E io sono qui, povera idiota, a fare i conti con i doni che l'estate porta con sé. A sognare... Costumini colorati, piccolissimi. Cremine pastose e bianche da spalmare su cosciette pallide. Fazzolettini da legare sulla testa, per ripararla dal sole. Giochini da comprare e riversare sulla sabbia, tutti insieme. Bagnetti, schizzi d'acqua, sorrisi sdentati. Le foto controsole, quelle mentre dorme sulla pancia del papà, o mentre prende il latte. Le foto, a centinaia, a migliaia. Ed è un dolore dolce, sottile, che non so spiegare. E' una nostalgia di qualcosa che non ho, ma che conosco e mi manca comunque. E la consapevolezza di un'attesa che cresce e aumenta, di un'incertezza costante. Oggi qui è esplosa l'estate ed è anche lunedì. Si, è decisamente lunedì.
Se non è vero che hai paura,
non è vero che ti senti solo,
non è vero che fa freddo,
allora perché tremi in questo agosto? Cantavano i Perturbazione nel 2004. Laddove Agosto è il sinonimo d'estate, per me. E il video è così dolce... perché ci vuole la collaborazione e l'energia di tutta quella gente, affinché il messaggio arrivi a destinazione. E poi anche il temporale, che non è MAI un male. Nostalgia Nostalgia Canaglia. Anzi no, Bastarda proprio.
Abbiate pietà, io oggi sto così.