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Francia, la laicità è diventata di destra!

Creato il 01 aprile 2011 da Dragor

Images    No, non è un pesce d’aprile. Credevate che la laicità fosse la base della Repubblica? Un principio immortale del 1789? L’essenza della legge che separa le religioni dallo Stato? Un valore per definizione equidistante da ogni dottrina?  Nemmeno per sogno, è diventata una parolaccia di estrema destra. Di solito la destra propende per il confessionalismo, ma stavolta difende la laicità.  Sul fronte opposto c’è un’armata eteroclita che comprende la sinistra, i preti, i musulmani e gli ebrei. Vada per gli ultimi 3, che hanno buone ragioni per temere la laicità come la peste, ma la sinistra non ci aveva promesso di liberarci dall’oppio dei popoli? Invece no, la socialista Martine Aubry si schiera al fianco di Tariq Ramadan, ideologo della religione più fascista della storia.

  Come si è arrivati a questa aberrazione? Marine Le Pen, la nuova papessa dell’estrema destra dopo l’abdicazione di papà Jean-Marie ormai maturo per l’ospizio, ha pensato di fare il lifting al suo partito, il Front National, chiaramente sperando che venga sdoganato e accettato nel governo. Così, invece di prendersela direttamente con gli immigrati come faceva il papà, ha ha avuto la brillante idea di rispolverare una parola magica: “laicità”. Secondo Marine, "laicità" significa proteggere l’identità della Francia dall’islam, religione alla quale appartiene gran parte degli immigrati. Il valore fondamentale della Repûbblica è diventato un modo politicamente corretto per dire ai magrebini “tornate a casa vostra”, soddisfacendo gli elettori che li vedono come il fumo negli occhi.

  Visto che tutti i sondaggi lo danno perdente contro Marine Le Pen alle elezioni presidenziali del 2012, Sarko sta cercando di ricuperare un po’ di terreno. Così ha lanciato per il 6 aprile un dibittatito parlamentare sul tema “laicità e islam”.  L’idea  è contestata dalla sinistra che accusa l’UMP, il partito di maggioranza, di rincorrere le tematiche del Front National per riconquistare gli elettori. Cattolici, protestanti, ortodossi, musulmani, ebrei e buddisti si sono coalizzati in una Conferenza dei Responsabili di Culto per ingiungere al governo di rinunciare al dibattito. “Un dibattito su “Laicità e Islam” porterebbe fatalmente a una stigmatizzazione dell’islam”, dicono, appoggiati da tutti i partiti di sinistra e perfino da qualche esponente della maggioranza.

  Sembrano scordare che, per stigmatizzare il prossimo, l’islam non è secondo a nessuno. Date un’occhiata ai suoi testi e vedrete come viene stigmatizzato chi non professa la religione islamica. E non soltanto stigmatizzato, ma minacciato delle pene più orrende. Poiché ospitiamo questa dottrina sul nostro suolo, e poiché la dottrina in questione provoca notevoli difficoltà d’integrazione per chi la professa, non sarebbe il caso di aprire un dibattito sul tema? In fin dei conti abbiamo delle leggi che proibiscono l’incitazione all’odio, i propositi razzisti, la discriminazione e l’istigazione alla violenza, leggi che vengono violate in blocco dai testi islamici. Visto  che per l’islam la legge non viene applicata con il rigore usato per altre ideologie antidemocratiche (provate a salutare con un braccio alzato, a negare la Shoah, a tenere propositi razzisti o a parlare bene di Hitler e vedrete che cosa vi succede), non sarebbe il caso di aprire almeno un dibattito sul tema? Non un dibattito di destra o di sinistra, semplicemente un dibattito. Si sarebbe dovuto farlo molto prima che Marine s'impadronisse della laicità.

  Dragor

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