Magazine Libri

Franco La Cecla, Il malinteso. Antropologia dell'incontro

Creato il 27 luglio 2012 da Stimadidanno

Franco La Cecla, Il malinteso. Antropologia dell'incontro

immagine da qui

Non so bene come sia capitato nella mia wish list questo libro, ce ne sono molti e lì giacciono per un tempo variabile fino a che ogni tanto pesco. Recentemente ho pescato questo e l'ho ordinato.
L'idea di fondo di questo saggio è quasi sovversiva.
Avete presente tutti i buoni propositi sulla comprensione, la comunicazione, l'uguaglianza, spargiamoci un po' di zucchero e vogliamoci bene perché siamo tutti uguali?
Dimenticate tutto ciò.
Cito, mi pare più efficace:
"(...) i malintesi a volte diventano lo spazio in cui le culture si spiegano e si confrontano, scoprendosi diverse. Il malinteso è il confine che prende una forma. Diventa una zona neutra, un terrain-vague, dove l'identità, le identità rispettive si possono attestare, restando separate appunto da un malinteso.
Il malinteso può, in questo senso, difendere l'identità interna di una persona o di una cultura.
- Non mi capisci? meglio così, in questo modo non pretendi che io passi nel tuo spazio, diventi come te. -
- Non ti capisco, sei proprio strano e appartenente ad un altro mondo. Posso anche cercare di trascinarti a forza nel mio, ma ciò non cambia il fatto che ora sei diverso e altrove. - 
Ma i malintesi offrono anche uno spazio di spiegazione.
- Appunto perché non ci siamo capiti, dobbiamo continuare a spiegarci. - 
Il malinteso è allora una occasione di traduzione, una zona in cui l'incommensurabilità tra persone o tra culture arriva a patti. (...)
Cercheremo di distinguere il malinteso di cui siamo vittime e quello di cui siamo attori o addirittura promotori."


La Cecla qualche pagina dopo descrive le tipologie di malinteso. C'è da interrogarsi:


"1) Il doppio malinteso.Due persone si fraintendono a vicenda; è la pseudorelazione sterile o "doppio malinteso", in senso stretto, il più spiacevole di tutti perché nessuno, forse, saprà mai la verità.

2) L'inganno.Pietro fraintende, ma Paolo, l'intrlocutore, comprende che Pietro fraintende.3) Il malinteso beninteso.E' la falsa vittima che ha coscienza di un equivoco da sfruttare e che finge di fraintendere. 4) Il malinteso doppiamente beninteso. Entrambi sanno che c'è stato un malinteso e preferiscono lasciare le cose come stanno; non è più una falsa relazione ma è una falsa situazione.
E' interessante che questa tipologia corrisponda ad una progressione del desiderio. La "forza del desiderio" è la causa del guaio ed essa è massima nella prima situazione e poi va via via scemando. Ma c'è anche una gradazione temporale. Si va dalla istantaneità nel primo caso ad un dilatarsi dell'avvenimento negli altri".


Non è spiazzante nella sua tremenda logicità? 
Ma tranquilli, c'è speranza e il malinteso è addirittura una fortuna applicato ai rapporti sociali e culturali perché aiuta a scegliere dove incanalare le energie:
"Ecco il rovesciamento della faccenda. Da guaio il malinteso è promosso a fortuna. E' una fortuna perché consente un ordine dei rapporti. Non potendo noi essere compresi da tutti, sia benvenuto il malinteso che aiuta a "distinguere" e a tenere ogni relazione ad un livello la cui intensità può dipendere un po' più da noi. (...) Ovatta, piumini, il malinteso consente una versione soffice dello scontro, lo attutisce, lo previene, come previene la delusione della <<non coincidenza tra umani>>"

E poi, all'improvviso, ecco il mistero dell'amore spiegato in un saggio di antropologia:
"La distanza che ci separa è anche la profondità comune che ci unisce ma che non conosceremo mai l'uno dell'altro". 

Questo post partecipa al venerdì del libro di HMM. Sì lo so è giovedì.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine