Magazine Cultura

Frankenweenie

Creato il 25 aprile 2013 da Audrey2

Frankenweenie

Certi film non posso commentarli con distacco, è inutile. Specie questo tipo di film, perché ho un cucciolo (okay, ha tre anni, ma per me sarà sempre “Cucciolo”… oltre che “Piattola”, “Rompino”, “Attila”, “Tatanka/Bisonte” e “Pulcifero” — anche se il suo nome è Rho) a cui sono molto legata. Mentre guardavo Frankenweenie, il bastardino se ne stava spaparanzato sul mio letto, palle al vento, a ronfare della grossa, beatamente ignaro del fatto che ogni tanto mi giravo per osservarlo con due occhioni allagati di lacrime, tipo Candy Candy.
È che sono vittima di terrorismo psicologico, vedete: da quando l’ho preso, mi viene costantemente ricordato che fra tredici/quattordici anni morirà. Era inevitabile che alla scena dell’investimento di Sparky partisse la prima salva di ululati, anche se la trama del film la conoscevo da un bel pezzo.
Le storie di animali, in particolare quelle di cani, sono il mio tallone d’Achille.
Che cavolo! Mi sono commossa persino leggendo Io & Marley!
E, a quel tempo, Cucciolo non era ancora con me…

FrankenFamily

Inevitabile è stata anche l’empatia con Victor, ragazzino geniale (no, l’empatia non ha niente a che vedere con questo) e senza amici, a parte Sparky. Sapevo che ci sarei cascata comunque, perciò non ho fatto nemmeno mezzo sforzo per resistere.
Nelle scene iniziali di Frankenweenie vengono delineati la personalità di Victor, il rapporto con la sua famiglia e il legame tra il bambino e il cane. Guardavo quei due che giocavano, Sparky che tormentava Victor per avere la sua attenzione — mentre lui era impegnato in uno dei suoi progetti scientifici, e mi dicevo: “Io e Piattola, spiccicati”. Se sei il bipede di un cane, davanti a certe cose sei bello che fregato. Perciò, mentre il film andava avanti, io sghignazzavo pensando: “Preciso a Rompino quando mi prende a colpi di muso” oppure “Rho non mi salta in braccio, mi si piazza alle spalle, tipo statua, e comincia a fissarmi, che è pure peggio… Stalker!”
Persino adesso, mentre arrabatto questo commento, lui è qui che mi sta rosicando un polso perché vuole giocare e io so già come andrà: che finirò di scrivere domani, visto che fra poco mi alzerò per accontentarlo.
Storie come Frankenweenie sono fatte apposta per polverizzare il distacco tra personaggi e spettatore, e con me funzionano alla grande.
Va da sé che l’obiettività è andata a farsi benedire subito.

frankenVictor

Frankenweenie è una storia fantastica alla Tim Burton: alla tenerezza dell’amicizia tra Victor e Sparky accompagna un tocco di macabro e diverse problematiche importanti, il tutto messo in scena da una carrettata di personaggi divertenti — umani e, soprattutto, animali… o quasi-animali.
Certo, l’ambizione e il cinismo dei compagni di Victor un po’ spiazza: che i bambini possano essere crudeli si sa, ma quelli di Burton per certi versi sono davvero dei piccoli pessimi adulti. Salvo poi essere ridimensionati, quando assumono atteggiamenti incoscienti che scimmiottano lo scienziato pazzo o il megalomane.
Come Victor, anche i suoi compagni sono segnati dalla morte. In questo caso, quella di un cucciolo tanto amato — una perdita non del tutto superata. Forse perché il modo in cui gli adulti spiegano la morte ai bambini spesso non è il migliore; spesso risolvono tutto mentendo, perché è meno difficile: “è partito per un lungo viaggio”, “si è addormentato”, “è andato in cielo”. I genitori di Victor, per consolarlo della perdita di Sparky, gli dicono che se fosse possibile lo riporterebbero in vita: ed è quello che Victor fa, quando si rende conto che esiste un modo per riavere il suo migliore amico.
Morte e bambini è un argomento spinoso.
Alla fine, i signori Frankenstein trovano le parole, semplici, per fare capire al figlio che chi se ne è andato non tornerà più e bisogna accettarlo.

FrankenStranella

Ma Frankenweenie è una fiaba, quindi il lieto fine — per fortuna — c’è, anche perché serve a risolvere i tanti altri nodi che si intrecciano man mano che la vicenda si evolve e impazzisce in uno scoppiettante susseguirsi di magnifiche citazioni. Quelle a Godzilla e ai Gremlins mi hanno tramortita!
Un’altra trovata fenomenale sono le cacche premonitrici di Signor Baffino, il gatto di Stranella, uno dei personaggi più allucinati di questo film, che è una galleria di caratteri outsider, come da tradizione burtoniana: ci sono il freak, l’asociale inquietante, il solitario, il ragazzino un po’ carogna che vuole primeggiare a tutti i costi, quello sovrappeso e sfigato… Tutti hanno, o hanno avuto, un pet: Sparky, Signor Baffino, Persefone (una citazione a quattro zampe!), Shelley (un nome, una – di nuovo – citazione), Colossus.
Non sono una fan appassionata di Tim Burton: nel senso che sì, ogni volta che esce un suo film d’animazione mi precipito a guardarlo, ma per il resto che ne diriga, produca o sceneggi altri oppure no, la mia esistenza non ne è arricchita e nemmeno impoverita. Alice in Wonderland, per esempio, non l’ho nemmeno preso in considerazione, così come Dark Shadows e altri ancora. Quindi non faccio paragoni con i suoi precedenti film d’animazione. Sono stata fissata con Nightmare before ChristmasLa sposa cadavere e, dopo un po’, sono uscita dal tunnel della visione in loop. l’ho trovato carino, ma non mi ha entusiasmata. Frankenweenie… be’, aspetterò un poco, prima di rivederlo una seconda volta, perché mi ha lasciato qualcosa in più, ecco. Al diavolo! Va bene, lo ammetto: mi ha fatto venire il magone come nemmeno La sposa cadavere.
Meno male che poi ci hanno pensato i titoli di coda ad allentare la morsa che mi stringeva lo stomaco, con la strepitosa Strange love, interpretata da Karen O.

Frankenweenie1984

PS: lo so — lo sanno anche i sassi, ormai — che questo Frankenweenie è una rielaborazione dell’omonimo cortometraggio che Tim Burton girò nel 1984, facendosi licenziare dalla Disney causa spreco di soldi culminato in uno scarso successo di pubblico e una censura per i minori di quattordici anni, non controbilanciati da una nomination agli Oscar.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :