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Frutta bio? si’, ma a km 0!

Da Rossellagrenci

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Eccomi con un dilemma: da qualche mese faccio la spesa vicino casa, in una nota catena di supermercati, dove trovo alcuni prodotti biologici, fra cui la frutta. Felice di questa opportunità compro, in genere, le mele, le banane o i kiwi. L’altro giorno ho comprato le pere. Arrivata a casa, però, ho avuto la sorpresa di leggere sull’etichetta appiccicata al frutto che proveniva dall’Argentina. Sono rimasta di stucco e mi sono chiesta: possibile che un frutto come la pera deve arrivare da così lontano?

 

E’ ecologico mangiare frutta che arriva da così lontano, soprattutto quando è un prodotto tipico delle nostre campagne? In rete ho trovato il sito della Comunità Europea dedicato all’Agricoltura Biologica. VI riporto il testo:

Come per ogni altro cibo, i prodotti biologici che consumi sono qualche volta provenienti da un’altra regione o Paese rispetto al tuo, e possono venire anche da Paesi al di fuori dell’Europa. Sebbene gli agricoltori biologici e il settore della trasformazione biologica preferiscano generalmente immettere sul mercato e vendere i loro prodotti il più vicino possibile al punto di produzione, alcuni cibi non possono essere prodotti in certe regioni europee a causa di motivi climatici e condizioni geografiche.

A complicare la questione c’è il fatto che la domanda di prodotti biologici in Europa è attualmente maggiore dell’offerta. Ciò significa che i cittadini europei spesso hanno bisogno di avere la possibilità di comprare cibi e bevande importate se vogliono comprare biologico.

Di seguito alcuni esempi di prodotti biologici importati in Europa:

Caffé dal Brasile
Kiwi dalla Nuova Zelanda
Riso dalla Tailandia
Banane dalla Costa Rica
Tè dall’India

Io credo che sia più importante, quando possibile, acquistare e mangiare cibo a Km 0, preferibilmente da coltivazione biologica. Ho deciso che quelle pere non le comprerò più… Ciò non vale per i prodotti tipici che sono nella lista sopra. E voi. che ne pensate?

 


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