Gli infortuni in cui è incappato e di cui mi sono accorto sono molteplici. Per denigrare Ipazia si appella ad uno storico morto 75 anni prima dei fatti («Ipazia e il diabolico Cammilleri»); per attaccare Galileo, lo accusa di non conoscere la teoria delle maree e di sostenerne una sbagliata, quando questa fu formulata correttamente solo da Newton diversi anni dopo («Galileo e le maree, ovvero Cammilleri colpisce ancora »); anche quando se la prende con l'ultimo imperatore romano pagano, Giuliano, Cammilleri sciorina la sua zoppicante conoscenza della storia - o, meglio, la sua pessima scelta delle fonti - sbagliando la cronologia degli eventi («Cammilleri fallisce ancora»).
L'ultimo strafalcione di Cammilleri, anche in questo caso imputabile alla sua pessima scelta di fonti, dovuta più alla loro corrispondenza con quanto il nostro sostiene che alla loro competenza, riguarda un episodio di storia romana, noto come il "miracolo della pioggia", descritto dal nostro apologeta nel suo post «Fulminata». Nel 172, durante la guerra di Marco Aurelio contro i Quadi, un distaccamento della legione XII Fulminata è circondato dal nemico e sta per capitolare per mancanza d'acqua, quando un'improvvisa tempesta sopperisce alle esigenze idriche dei legionari, che riescono poi a rompere l'accerchiamento. Secondo lo storico romano Cassio Dione, l'evento miracoloso fu causato dall'intervento di Mercurio, invocato da un mago egiziano di nome Harnuphis; secondo lo scrittore cristiano Tertulliano, invece, fu merito delle preghiere dei soldati cristiani che erano arruolati nella legione; secondo la Colonna antonina a Roma, che raffigura l'episodio, fu l'intervento di una divinità sconosciuta.
Cammilleri riprende l'episodio da un libro di Alberto Leoni, di cui cita un brano:
Nel 174, durante un’offensiva contro i Marcomanni, l’imperatore era andato a cacciarsi in quella che appariva essere una trappola senza scampo. Rinchiusi in un valle, con le alture presidiate da una moltitudine di barbari, torturati dal caldo e dalla sete, i soldati romani stavano per essere annientati, quando si scatenò sulla zona un uragano di prima grandezza. I legionari si dissetarono con l’acqua piovana mentre le folgori abbrustolivano i barbari. Storia o leggenda? Pagani e cristiani che, senza dubbio, avevano pregato con fervore i propri dèi per uscire da quella brutta situazione, si contesero il merito di tale prodigio e tal fatto induce a pensare che l’avvenimento sia autentico, oltre ad accertare la presenza di numerosi cristiani nella XII legione “Fulminata”, protagonista dell’episodio.Cammilleri termina il post chiosando:
La legione in questione prese quel nome proprio a ricordo dell’evento.
Vediamo gli errori contenuti in questo breve passo:
- l'episodio ebbe luogo nel 172, non nel 174;
- gli avversari dei Romani erano i Quadi, anzi Cassio Dione pone questo episodio subito dopo la sconfitta dei Marcomanni;
- non vi furono folgori che abbrustolivano, semplicemente pioggia che rifornì i Romani di acqua;
- e, infine, la legione XII Fulminata non prese il proprio nome da questo episodio, dato aveva questo nome da almeno un paio di secoli.
Insomma, al povero Cammilleri non ne va bene una...
http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) o CC-BY-SA-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], attraverso Wikimedia Commons">Il miracolo della pioggia raffigurato sulla Colonna antonina
Il riassunto della testimonianza di Cassio Dione, ad opera dello storico cristiano Xifilino, è tratta dal sito Livius.org; per quanto riguarda una discussione degli eventi e delle relazioni tra le fonti, si veda María Laura Astarita, Avidio Cassio, Ed. di Storia e Letteratura, 1983, pp. 68-72.