Maria Rosaria de Medici dedica la puntata di Fuori Tg su Rai3, a tutte quelle persone morte di tumore in Campania. In quelle zone chiamate “Terre dei fuochi”, dove brucia la spazzatura e dove i rifiuti tossici sono stati sepolti.
“Qui tutti abbiamo paura, non sappiamo cosa mangiare, dove comperare, è tutto al buio” – dice un abitante, testimone della triste situazione – “ci vogliono lasciare da soli, ma lotteremo,” – prosegue un altro determinato volto del quotidiano napoletano e “la camorra è il problema, ma, l’assenza di politica e di capacità di proposta, quello uccide più della prima”, conclude l’ultimo intervistato.
In media dal gennaio 2012 ad agosto 2013 ci sono stai undici roghi di rifiuti al giorno in Campania. I d
Argomento complesso e molto intricato, ma in quelle terre si muore e il numero cresce esponenzialmente. Un vero e proprio ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta, in quella Terra dei fuochi che è diventata simbolo e paradigma dei traffici illeciti di rifiuti e dell’estrema pericolosità dell’ecomafia, che attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini. Un termine, “Terra dei fuochi”, coniato da Legambiente già nel Rapporto Ecomafia 2003 per definire proprio l’area tra le province di Napoli e Caserta dove le discariche abusive della camorra bruciavano senza fine.
In studio, il giornalista di Avvenire, Toni Mira che da un anno e mezzo si sta occupando del problema: “Sostengo tutta quella gente, e qualcosa si sta muovendo. Gli impegni presi dal ministro dell’ambiente Andrea Orlando, che è stato due volte nella terra dei fuochi, si sono in parte realizzati, come l’istituzione di una commissione che finalmente trasformi quelle multe e contravvenzioni, in reati penali contro l’ambiente, qualcosa stranamente si è mosso”…

Una brutta storia che riguarda soprattutto il futuro.
Tanti i morti che si contano. Una strage iniziata nel 2000 che molti chiamano “degli innocenti” perchè a pagare sono tutti, anche i bambini di pochi anni. Numeri sconvolgenti, quelli provenienti dalle varie istituzioni e raccolti da Legambiente. Nelle terra che restituisce rifiuti altamente tossici seppelliti illegalmente, sono in troppi a morire di tumore.


I cittadini, filmano e mettono in rete. Denunciano e accusano, confidando nel potere delle immagini. Richiamano l’attenzione di tutti, per sconfiggere il muro di gomma. Una terra ricca di storia che potrebbe essere un paradiso naturale che, al contrario restituisce un’immagine di degrado. Ogni cava, corso d’acqua, ogni buco è stato usato per sversare rifiuti d’ogni tipo. Terre avvelenate fin nelle viscere. Dopo anni di disattenzione generale, appare oramai chiaro a tutti che occorre voltare pagina.

Glielo permetteremo, ancora?






