Il furto di identità è un fenomeno che negli ultimi anni gli italiani hanno imparato a conoscere anche a causa della sua crescente diffusione nel mondo online e nella vita reale. Sono infatti alcune decine di migliaia le vittime di ogni età ed estrazione sociale alle quali ogni anno vengono stati sottratti dati personali o di carte di credito per poi effettuare acquisti, chiedere prestiti o aprire conti correnti a loro nome.
Ma se da un lato la conoscenza dei possibili rischi connessi a tale fenomeno sembra essere diffusa, dall’altro non vi è adeguata cultura e conoscenza su come proteggersi, soprattutto quando si frequenta la Rete.
La maggioranza degli italiani, infatti, dimostra di sottovalutare completamente le conseguenze causate dalla condivisione di informazioni personali sulla Rete o attraverso i social network, tanto che nel 58% dei casi si dichiarano poco o per niente attenti alla diffusione dei propri dati online e, più nel dettaglio, nel 28% dei casi non si pongono neppure il problema, dichiarando di non fare nulla di particolare per tutelarsi.
Eppure 4 intervistati su 5 confermano di subire tentativi di phishing con una certa regolarità mentre 1 su 8 dichiara di essere stata vittima della clonazione di una carta.
Il livello di attenzione si alza nel momento in cui si scopre di essere vittima di un furto di identità, sia esso relativo alla propria carta di pagamento o all’apertura di un finanziamento.
Queste alcune delle principali evidenze della ricerca online sul furto d’identità commissionata da CRIF a Smart Research e realizzata su un campione rappresentativo per sesso, età e aree geografiche della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 64 anni, attraverso la metodologia CA”R”WI (Computer Assisted “Random” Web Interviewing).
Furti di identità per aprire finanziamenti a nome altrui: 2 italiani su 3 conoscono questo fenomeno criminale
Questa tipologia di frode sfrutta i dati personali altrui per ottenere denaro derivante dall’apertura di un credito. Chi conosce il fenomeno ha le idee piuttosto chiare dei disagi che un evento di questo tipo può produrre sulla ignara vittima e, al riguardo, vengono citati come rischi concreti la perdita di denaro (nel 41,4% dei casi), l’addebito di importi consistenti (37,3%), la segnalazione come cattivo pagatore nei Sistemi di Informazioni Creditizie (33%) e la possibilità di avere problemi con la Giustizia (31,3%). Soltanto il 10,8% dei rispondenti non ne ha una esatta percezione.
Per altro, gli intervistati che hanno subito questo tipo di frode (pari all’1,8% del campione) non hanno saputo risalire a come il frodatore si sia impossessato dei propri dati in circa la metà dei casi. Nell’altra metà le modalità attraverso cui sono stati sottratti i dati sono da ricondursi alla comunicazione spontanea dei dati da parte della vittima per finalità apparentemente lecite (23,6%) e la sottrazione della corrispondenza bancaria dalla cassetta postale (12,5%).
A fronte di questo accadimento, le vittime hanno dichiarato nella metà dei casi (il 51,7% per la precisione) di essersela prese con se stessi per la scarsa prudenza e informazione, quasi si sentissero corresponsabili di quanto accaduto. Nel 12,5% dei casi di aver provato ansia in quanto i propri dati erano nelle mani di sconosciuti e, sempre nel 12,5% dei casi, di aver provato preoccupazione in quanto non si era certi della risoluzione della situazione.
Come ti sei sentito nel momento in cui ti sei accorto qualcuno ha utilizzato i tuoi dati personali per ottenere un prestito/ finanziamento?
Fonte: Ricerca CRIF – Smart Research sul furto d’identità
I fattori di rischio legati al furto di identità
Tra i principali fattori di rischio riconosciuti dagli intervistati come possibili cause del furto di identità vengono citati, per oltre il 40% dei casi, eventi legati al furto di documenti o strumenti di pagamento nel mondo reale ed eventi legati al mondo online, quali l’accesso indebito a caselle di posta elettronica o le transazioni online su siti di e-commerce.
In particolare, il 33% degli intervistati riconosce come possibile fattore di rischio la pubblicazione di dati su social network ma in realtà non sempre i comportamenti di tutela sono coerenti quando si è in Rete. Risulta infatti diffusa la tendenza a sottovalutare i rischi di pubblicare i propri dati sul web, spesso utilizzati dai frodatori per ricostruire l’identità delle ignare vittime.
Alla domanda su come si proteggono i propri dati in Rete è sintomatico il fatto che il 28% degli intervistati dice di non preoccuparsi di questo aspetto. Per altro, questa tendenza risulta particolarmente marcata tra i più giovani, i cosiddetti nativi digitali, tanto che nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni la quota dei rispondenti che ammette di non far nulla di particolare per proteggere i propri dati è addirittura pari al 38%.
Questo dimostra come sovente siano proprio i più giovani a sottovalutare i rischi ai quali si espongono pubblicando i propri dati personali sul web, in particolare sui social network.
Secondo te quali potrebbero essere i principali fattori di rischio legati al furto dei tuoi dati personali? (domanda a risposta multipla)
Fonte: Ricerca CRIF – Smart Research sul furto d’identità
Dopo aver subito un furto d’identità per l’apertura di un finanziamento, le abitudini cambiano
Tutte le vittime intervistate hanno cambiato i loro comportamenti dopo aver scoperto di aver subito un furto d’identità ma mentre il 42,9% dei rispondenti si è limitato a controllare più di frequente l’estratto conto, la maggioranza degli intervistati (il 57,1% del totale, per la precisione) ha assunto comportamenti di prevenzione attivi, come condividere con maggiore cautela i propri dati sul web (nel 21,3% dei casi), attivare protezioni tramite SMS alert per essere avvisati in caso di nuovi finanziamenti richiesti a proprio nome e/o installare nuovi antivirus (12,5%) o, ancora, prestare maggiore attenzione nel fornire i dati personali a terzi e nel custodire i documenti d’identità.
Qual è stato il tuo comportamento dopo aver subito un furto d’identità
Fonte: Ricerca CRIF – Smart Research sul furto d’identità