Il giudizio di Francesco SciortinoSummary:
È uscita su ABC, Galavant, la nuova commedia musicale scritta e prodotta da Dan Fogelman, col contributo di Alan Menken, Glenn Slater. Entrambi si sono occupati di scrivere e comporre le canzoni dello show. Il regista è invece Chris Koch. La trama ruota attorno al personaggio di Galavant (Joshua Sass) un audace eroe che vuole a tutti i costi recuperare la sua reputazione e vendicarsi del malvagio Re Riccardo (Timothy Omundson), reo di averlo privato dell’amore della sua vita, Madalena (Mallory Jansen). La serie sembra però essere un prodotto apprezzabile per pochi.
Chi non ama, infatti, i musical in cui in ogni frase è presente una canzone rimarrà abbastanza deluso. Bastano cinque secondi per capire di che pasta è fatta la nuova creatura di ABC. Giusto il tempo di ascoltare la canzoncina di presentazione, divertente per alcuni, irritante per altri. Proseguendo con la visione ci rendiamo conto di assistere ad un prodotto buffo e particolare. Recitazione sui generis, dialoghi demenziali e canzoni strampalate. Viene rispolverata la figura dell’anti-eroe antico. Non trascurabile il fatto che ABC abbia avuto il coraggio di puntare su un simile prodotto e di averlo realizzato in una modalità tale da non renderlo pesante.
8 episodi di 20 minuti ciascuno riescono ad educare lo spettatore al particolare mix demenziale, musicale e storico. I compositori Alan Menken (La sirenetta, Aladdin, La Bella e la Bestia) e Glenn Slater (Rapunzel) impreziosiscono il prodotto. Inoltre, lo show ha ripreso l’elemento fiabesco visto in Once Upon a Time in forma fresca e innovativa. Tuttavia, la creatura di Fogelman lascia un po’ a desiderare in alcuni punti. La sfrontata serie rompe sì i classici schemi della serialità standard, ma rischia anche di stancare a lungo andare o addirittura di rompere altre cose oltre agli schemi. Galavant sembra eccedere un po’ troppo nella sua musicalità, a tratti sembra di imbattersi in un’edizione dello Zecchino d’Oro, e il modo di recitare, quasi teatrale, può far perdere la pazienza allo spettatore e convincerlo a cambiare canale pur di non sentire strillare più il protagonista.
La serie, col suo essere innovativa, potrebbe paradossalmente non risultare un prodotto attuale e adatto ai tempi che corrono. Incarna, infatti, una comicità vecchio stampo, stile Robin Hood – Un uomo in calzamaglia, ma esasperandola all’interno del genere musical. Tuttavia, l’opinione pubblica e i dati d’ascolto premiano il nuovo prodotto ABC. Galavant ha ottenuto ottimi risultati durante la messa in onda dei primi due episodi trasmessi. Ha registrato, infatti, una media di 7.3 milioni di telespettatori totali con un rating di 2.0. Dati che hanno incrementato l’audience del 28% e la demografica del 18% rispetto a quanto ottenuto dal finale invernale di Once Upon a Time. Mantenendo questa scia la serie può dormire sogni tranquilli e la corsa di Galavant potrebbe durare ancora per molto tempo.
Di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net