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Infine è arrivata la fine dell'agonia del governo Berlusconi. Il premier ha preso atto della mancanza di una maggioranza che sostenga il governo in questa fase e ha promesso di dimettersi dopo l'approvazione della legge di stabilità.
Le reazioni dei mercati sono tiepide: la borsa sale dello 0,7% con i bancari che la trascinano in alto, ma senza particolari entusiasmi, mentre lo spread dei Btp rimane sui valori massimi, a 492 punti, costringendo l'Italia a pagare circa il 6,7% di interesse sul debito.
A questo punto si aspetta di conoscere come si svilupperà la crisi di governo: si andrà subito a nuove elezioni, oppure si formerà un nuovo governo di centro destra allargato all'Udc, o invece si creerà un governo di "larghe intese", un cosidetto governo tecnico appoggiato da buona parte delle camere, affidato in buona parte a personalità del mondo economico e finanziario?
I mercati, ovvero le entità che li manovrano spingono da tempo e molto chiaramente per un governo di "unione nazionale" presieduto da Mario Monti. Il Corriere della Sera, detto anche confidenzialmente il Corriere delle Banche, ha candidato l'economista da tempo e oggi ribadisce con forza la sua scelta e sarà difficile evitare l'ascesa dell'ex euroburocrate a Palazzo Chigi, a meno che forze partitiche come l'Idv di Antonio Di Pietro non facciano saltare gli equilibri, determinando l'immediata convocazione dei comizi elettorali.
Il Corriere, tra l'altro, si è attivamente impegnato in una strana iniziativa (strana per un giornale, almeno): convincere gli italiani a comprare titoli di stato, che in questo momento significherebbe nient'altro che aquistare quei titoli detenuti dalle banche, trasferendo quindi il rischio sul debito pubblico nazionale dalle banche ai singoli cittadini. Una iniziativa che avvantaggerebbe solo gli istituti di credito, mentre gli italiani, oltre che a pagare per il risanamento finanziario con le tasse sempre più esose alle quali sono sottoposte, si dovrebbero anche salvare le banche private coi propri soldi. Ma non sarebbe il Corriere delle Banche, altrimenti.
In compenso pare che in questo momento siano tutti contenti. La caduta del terribile dittatore è salutata con urla di giubilo, bottiglie di champagne e spari in aria virtuali da tutta la blogosfera italiana. Molti però paventano dei colpi di coda del regime del tiranno, paventando un bagno di sangue per gli ultimi giorni del Il Caimano.
Eppure dovrebbe essere chiaro da molto tempo che questo strano "regime" dittatoriale non è mai riuscito a controllare nemmeno un comando dei vigili urbani, nemmeno la gazzetta della provincia di Trani Andria Barletta (per non parlare della magistratura che l'ha più che perseguitato sputtanato tutti i giorni che Dio ci ha mandato).
Forse certi ragazzotti dovrebbero andare meno al cinema, o almeno non andarci per vedere certi film, e cercare invece di osservare meglio quello che gli accade intorno per cercare di capire quello che veramente accade.
Nei giorni scorsi è apparsa in rete una lettera aperta del giornalista Paolo Barnard diretta al Presidente Berlusconi con la quale l'autore chiedeva al priemier di non domettersi, per il bene dell'Italia.
Nella lettera sono elencati e spiegati, credo chiaramente, i motivi che hanno spinto Barnard, certamente uno che non si può definire un berlusconiano, ma che da quelli che hanno visto Il Caimano Barnard è ormai un ex eroe, perso in tesi complottiste.
Eppure in Grecia si sta già formando il governo delle Banche e il prossimo premier sarà probabilmente Lucas Papademos, ex vicepresidente della Bce, oggi guidata da Mario Draghi, già dipendente di Goldman Sachs, mentre in Italia si avvicina il giorno di Mario Monti, pure lui già consulente della Goldman Sachs. Molti si aspettano che il prossimo Presidente della Repubblica sarà Romano Prodi, già premier, Presidente della Commissione Europea e Padre dell'Euro e pure consulente di Goldman Sachs.
Coincidenze che dovrebbero far riflettere, ma oggi è difficile riflettere, oggi è il giorno di festeggiare la sconfitta del tiranno.
"Rule, Britannia!"
Aggiornamento in tempo reale:
Mentre scrivevo lo spread tra Btp e Bund si è impennato a quota 512, mentre la borsa è precipitata di circa il 2,5%. Siamo solo all'inizio.
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