I torinesi, notoriamente, sono amanti della buona cucina, e tra le golosità a cui non possono rinunciare vi è senz’altro il gelato. È facile infatti che dopo una bella mangiata, magari in un ristorante del centro, al posto del dessert si preferisca prendere un cono o una coppetta. A confermare la preferenza dei torinesi è l’indagine del Cna, secondo cui il capoluogo piemontese è la terza città- davanti a Napoli, Brescia, Bologna e Genova- per consumo di gelati. Si calcola che ogni torinese ne mangi circa 36 l’anno. Diversi sono i gusti più apprezzati, ma tra questi spiccano il cioccolato, che si colloca in cima alla lista, seguito da nocciola, limone e fragola.
La crescente offerta, negli ultimi anni, di gelaterie artigianali e non solo ha giocato un ruolo importante, che ha portato gli abitanti sotto la Mole ad apprezzare ancora di più questa golosità. Viene subito in mente l’esempio di Grom, che in poco più di 10 anni ha creato un impero da 60 gelaterie nel mondo. Uno dei due fondatori, Guido Martinetti, spiega che “a Torino c’è stata una rivoluzione all’insegna della qualità, che ha cambiato il modo di consumare e produrre il gelato. Una volta a Torino erano due o tre le gelaterie di riferimento: ora ci sono moltissimi bravi artigiani e questo fa bene alla concorrenza”.
La crisi non sembra neanche sfiorare il settore e questo anche grazie alle modiche cifre che si spendono per avere un gelato, anche se di buona qualità. Tant’è che dal punto di vista della produzione quello gelatiero è un mercato sano: il Piemonte si piazza al sesto posto in Italia, con 2902 gelaterie artigianali, equivalenti al 7,7% del totale.
Articolo di Giulia Bonaudi.
Foto di Emanuele Stalla.