In queste ultime settimane si sta verificando quello che puntualmente succedeva in occasione dell’uscita dei cinepanettoni di Natale, i cinema straripano. Sicuramente le sale non si affollano di persone che vanno a guardare Tir, l’ultimo documentario premiato al festival del cinema di Roma e tanto meno l’altro docufilm Sacro GRA premiato a Venezia. I docufilm, come i film che raccontano storie ombelicali, solleticano le papille gustative solo dei cinefili incalliti, dei fini intellettuali che compongono le giurie dei vari festival; quando si tratta di andare al cinema la gente va a vedere Checco Zalone. Succede così che un film, Sole a catinelle, sicuramente impresentabile in una qualsiasi raffinata sezione festivaliera, diventa oggetto di culto nei fine settimana degli outlet. Sentivo oggi l’ennesimo servizio al tigì regionale – ormai è un bollettino di guerra, ogni settimana ci aggiornano sui numeri del film e sugli autori e sul fatto che Zalone sta a Capurso, a casa sua, come la Madonna del Pozzo sua coinquilina, a godersi entrambi la gloria, uno dei cinema, l’altra degli altari! Insomma al tigì si facevano due conticini e n’è emerso che il che cozzalone nazionale – cozzale, da queste parti, sta per cafone all’ennesima potenza! e in effetti trovato il nome… – ha superato per numero di spettatori, nelle ultime due settimane, qualsiasi altro film italiano e sta per doppiare capo Titanic nonché, se continuano così, il Sole a catinelle si librerà alto anche sul mondo di Avatar con la buona pace della fantasy. Chè i film di Zalone sanno raccontare storie vere, non fantastiche, quelle che conosciamo bene, benissimo. Sono le storie di coloro che passano le domeniche negli outlet, con l’intera famiglia a seguito, compresa la nonna e il cane. Che mo’ c’hanno tutti il cane, e pure noi! E visto che stiamo, la no’ – nonna – che dici, sciam a v’de’ CheCozzalone?
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