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I carabinieri del comando provinciale di Genova hanno arrestato quattro incensurati, tre italiani e una donna ucraina, che ricettavano le armi. L'operazione, coordinata dalla Direzione Investigativa Antimafia, ha portato al sequestro di undici fucili, cinque pistole, alcune delle quali con matricola abrasa, un mitra, una balestra e un migliaio di munizioni di vario calibro. Erano custodite in un casolare di Serra Riccò, nell'entroterra di Genova, e in un'abitazione in provincia di Piacenza.
C'era anche un mitra della collezione del generale Amos Spiazzi tra le armi che i carabinieri di Genova hanno sequestrato in un casolare di Serra Riccò. Si tratta di un Franchi LF-57, una pistola mitragliatrice automatica calibro 9, in dotazione all'esercito negli anni Sessanta, che venne sequestrata nel 1974, quando l'alto ufficiale fu arrestato nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto 'Golpe Borghesè, per il quale venne poi assolto con sentenza definitiva della Cassazione nel 1986.
Il mitra ritrovato dai Carabinieri di Genova faceva parte, secondo quanto si apprende, della collezione di armi storiche e moderne, tutte regolarmente denunciate, sequestrate al generale Spiazzi. Una volta assolto dalle accuse che gli erano state mosse nell'ambito dell'inchiesta sul Golpe Borghese, che gli costò alcuni anni di carcere preventivo, l'alto ufficiale chiese la restituzione delle armi, che nel frattempo erano state esposte alla fortezza di San Leo di Pesaro.
Nel frattempo, però, quel mitra era sparito. Toccherà ora ai Carabinieri stabilire in che modo i trafficanti arrestati siano entrati in possesso dell'arma e che fine abbia fatto in tutti questi anni. Come il resto dell'arsenale sequestrato, tra cui un fucile a pompa regolarmente detenuto da un poliziotto, e due pistole rubate alla collezione di un professionista. Il nome di Spiazzi, generale d'artiglieri in pensione di 79 anni, è legato all'inchiesta sul Golpe Borghese. Numerose le sue dichiarazioni su P2, stragi di Stato e presunte organizzazioni militari segrete che lo hanno reso famoso.
Le armi verranno ora inviate al Ris di Parma, che dovrà verificare se siano state utilizzate per commettere quale crimine. In manette, con l'accusa di detenzione e ricettazione d'armi, sono finiti i fratelli Adolfo e Attilio Morrone, di 48 e 50 anni, incensurati e titolari di un'impresa edile di scavi stradali. Arrestati anche Carlantonio Grassi, 47 anni, e l'ucraina Oksana Storozhenzo, 42 anni, compagna di Attilio Morrone.
Le indagini che hanno consentito di identificare e poi arrestare i quattro trafficanti sono scattate la scorsa estate da segnalazioni arrivate al nucleo investigativo dei carabinieri della compagna di Sampierdarena. «Le armi ricettate - ha spiegato il procuratore capo facente funzioni della procura della repubblica di Genova, Vincenzo Scolastico - risultano rubate tra il 2009 e il 2011. Provengono soprattutto da collezioni, tra cui quelle di un poliziotto e di un generale dell'esercito in pensione».
«Le armi erano ben conservate - spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Genova, colonnello Marco Azzaro - e perfettamente funzionanti». Tra queste, oltre alle pistole con matricola abrasa, anche un centinaio di proiettili vario calibro a ogiva cava».
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