Gertrude e la sorellanza tra ragazze
Posted on 25 novembre 2011 by Alessandra Gertrude e la sorellanza tra ragazzeLa sindrome di Gertrude, edito da Rizzoli BUR, è un libro che consiglio a quanti amino, come me, l’arte di Lella Costa, ma anche a chi desidera conoscere una vera donna di classe e di spirito. Metto già le mani avanti e dichiaro la mia ammirazione sia per l’attrice che per la donna che, dopo la lettura della quasi autobiografia, sento di conoscere e ammirare un po’ di più.
In lei ho trovato la rappresentazione carnale della “sorellanza” e tutte le volte che sono uscita dal teatro, dove avevo assistito ad un suo spettacolo, avevo sempre un senso di orgoglio un po’ più forte e solido dell’ essere donna .
Parlando di sorellanza penso subito a "Ragazze – Nelle lande scoperchiate del fuorii", lavoro teatrale ( in cui Lella Costa ha partecipato alla stesura del testo insieme a Massimo Cirri e Giorgio Gallione) che tenta di esplorare l'universo femminile: la fatica e la leggerezza, il dolore e lo sgomento, la rabbia, i desideri, "l'arme e gli amori". La sorellanza che viene raccontata forse è perfino più inquieta della fratellanza, arrivando a toccare la violenza, inevitabilmente, e l'inviolabilità, possibilmente.
Dal libro “La sindrome di Gertrude – Quasi un’autobiografia” cito appunto “Ragazze”:
<Fino al Novecento, ed oltre, si è creduto che il Tutto sia stato creato dalla volontà imperscrutabile di un Essere Supremo che tutto in Sé conteneva e conosceva.
E si narra che un giorno, a opera ultimata, questo Essere Supremo abbia posato lo sguardo sulla terra, e sulle due creature cui aveva infuso la vita – fatte a Sua immagine, ma non tra loro identiche. E che le abbia travate entrambe nei pressi di un albero di mele per il quale – non si sa se per qualche preciso disegno o per inspiegato estro – pareva nutrire una certa predilezione. E sorridendo benevolmente li osservò a lungo. Lui addormentato, Lei assorta a contemplare il frutto che reggeva in una mano – prima di rivolgersi dolcemente alla donna, che per antica consuetudine chiameremo Eva:
“Eva, che fai con quella mela in mano?”
“Ma niente, pensavo: hai visto come cadono, le mele? Come se fossero irresistibilmente attratte dalla terra… Secondo me qualcosa vuol dire, ci dev’essere di mezzo una qualche forza, una legge universale … “
“E’ Adamo che te l’ha suggerito?” “Chi?”
“Spiritosa … Adamo, l’unico altro abitante della terra oltre a te, quello lì che dorme.”
“Ah, quello … No, figurati, quello dorme, appunto, mangia, contempla estatico il primitivo meccanismo idraulico che gli ciondola tra le gambe e come si muove fa casino: ammazza animaletti non edibili, saccheggia inutilmente piante e cespugli, si comporta come se le risorse del pianeta fossero inesauribili, è totalmente irresponsabile … oltretutto se la tira come se fosse il primogenito, quello che ha tutti i diritti, vorrei sapere chi gli ha messo in testa un’idea simile, visto che è chiaramente una seconda scelta, uno scarto, un sottoprodotto, un esperimento malriuscito, un … “
“Gliel’ho detto io “ “Tu? E perché, di grazia?”
“Ho i miei motivi, e tu farai il favore di non smentirmi. Dobbiamo fargli credere che è stato lui il primo ad essere creato, farlo sentire importante, perché abbiamo bisogno della sua forza fisica … Fidati, so quello che faccio, dopotutto sono l’Essere Supremo, o no? Ho solo bisogno che tu mi dia la tua parola che Adamo non saprà mai la verità. Devi giurarmi che non mi tradirai, che non gli dirai mai nulla. Tutto questo deve assolutamente restare un segreto tra noi ragazze” >
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