In provincia di Cremona la società in house controllata dai Comuni per la gestione dell’acqua ormai pare certa da numerosi segnali. Eppure il comitato acqua pubblica non si fida: teme che i sindaci cedano a un jolly dell’ultima ora che il presidente della Provincia Salini potrebbe giocare all’ultimo minuto.
Tutto parla di società pubblica, in house, per la gestione del servizio idrico integrato. Una nota del direttore dell’azienda speciale Ato della provincia di Cremona infatti spiega, commentando l’ultimo bilancio, che nel 2014 la tariffa dell’acqua sarà riscossa dal gestore unico, che ormai è stato individuato in Padania Acque spa. D’altro lato i Comuni, soci dell’azienda di via del Macello, stanno retrocedendo le loro quote alla società stessa, che si sta riorganizzando. Le sette società di gestione dell’acqua della provincia di Cremona diventeranno dall’anno prossimo una sola, che nascerà da Padania Acque, guidata dal consigliere delegato Alessandro Lanfranchi. L’assemblea dei soci di via del Macello, convocata martedì prossimo, sarà uno dei passi necessari al proseguimento del cammino che condurrà Cremona al rispetto del voto dei referendum.
Il Piano d’ambito redatto dall’Ato finora contiene l’unico modello messo per iscritto, quello della società mista, sostenuto con particolare energia dal presidente dell’amministrazione provinciale Massimiliano Salini. In realtà però l’Ato sta modificando l’oneroso Piano d’Ambito, che sarà poi ereditato dal gestore unico.
Inoltre il presidente Salini non ha affatto una solida maggioranza politica che condivida il suo programma imperniato sulla società mista. La Lega non ha alcuna intenzione di recedere dall’ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale: “Il primo partito del centrodestra in provincia sarà la Lega, visto la disgregazione del Pdl – afferma Fabrizio Degani – quindi se Salini insisterà per la propria strada si assumerà le conseguenze politiche del gesto”. Stasera incontro al Pd, per fare il punto con i sindaci, poi venerdì sarà giorno di commissione provinciale proprio nella sede dell’azienda speciale Ato, che in assenza di gestore unico ha riscosso e gestito la tariffa a livello provinciale. Eppure il Comitato acqua pubblica, da due anni in lotta aperta con Massimiliano Salini, non si fida. Il coordinatore Giampiero Carotti afferma che “il problema è che questa disponibilità diffusa alla società in house è ancora molto debole e moltissimi sindaci nel caso Salini trovasse un jolly da giocare in dirittura d’arrivo (e me lo aspetto) temo crollerebbero. Tutto sommato ancora oggi la scelta in house risulta da pochi documenti e in forma non sempre chiarissima”.
(Testo del servizio trasmesso da Telecolor, http://www.telecolor.net, nel tg di oggi)
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