
Una storia molto "americana", da provincia americana, con stilemi classici ma supportata da grandi attori in ottima forma e soprattutto ispirata da un'originale e curiosa storia vera. Girato in Georgia, ma la vicenda di Felix Breazeale (che diventerà Felix Bush per noi) avvenne a Roane County, Tennessee, nel 1938.
Felix vive in una fattoria in mezzo a un bosco, quasi completamente isolato da 40 anni, senza frequentare nessuno. Su di lui inevitabilmente circolano voci d'ogni genere. Un bel giorno decide di provvedere, da vivo, al suo funerale. Dal prete del paese no, ma dall'agenzia di pompe funebri locale troverà tutto il supporto necessario al suo progetto: organizzare un party per il suo funerale, nel quale lui è ancora vivo e si congederà da tutti. L'idea iniziale è quella che ognuno dei partecipanti racconterà una delle "storie" che si dicono a suo riguardo, poi cambierà idea e diventerà occasione per confessare il perché di quella forma di "auto-prigionia" durata 4 decenni.
Che ci sia dietro qualche storia "pesante" lo si comprende fin dalle prime battute, come sarà chiaro, col monello che gli rompe il vetro e lui che imbraccia il fucile, che Felix "l'eremita" ha anche una forte carica "comica". Poche parole, parla diretto e se gli rompi i cosidetti... te mena! Il suo avvento in paese, dopo un'eternità, porterà un certo sgomento. Poi l'idea del party, con annessa lotteria per contendersi la sua eredità, e tutti i vari preparativi, saranno estremamente divertenti. Il film apparentemente lento scorrerà rapidamente.

Quel finale, con quel "discorsetto" dell'eroe davanti a una grande platea, è proprio la più classica delle americanate, parodiata a dritta e a mancina, anche dagli americani stessi, a più riprese. Non si assiste però ad un discorso patriottico né retorico, e Felix poi non è affatto un eroe, ma nemmeno quell'eroe da common people ora abbastanza in voga. Sarà l'amara confessione di uno di quei drammi che il caso vuole debbano restare sepolti con le loro vittime, e il nostro Felix/Robert Duvall esprimerà il meglio dei suoi carismatici 80 anni.
Per Duvall e per la sua grande interpretazione s'è parlato addirittura di candidatura agli oscar. La parola "addirittura" è da intendersi riferita al film di un esordiente, non certo al grandissimo attore. Nato nel 1931, all'epoca delle riprese aveva 78 anni. Felix ha più o meno la sua età, si sta ponendo il problema della sua morte, a come provvedervi e non tanto per quel che sarà dopo ma per quel che lascerà tra i vivi. A parte la particolarità della vicenda, sono pensieri, credo, abbastanza normali in una persona anziana. Cosa prova un attore in un'interpretazione del genere? Non viene da chiederselo? Non saprei rispondere, bisognerebbe chiederlo a lui, magari usando un po' di tatto. Certo è che tra la sua bravura, e un po' di spontanea immedesimazione, qua Robert Duvall ha realizzato una delle sue parti migliori.
Procuratevelo in qualche modo, merita la visione.
Vedete in fondo al post istruzioni per ottenere i sottotitoli. In italia non è uscito, veramente strana come cosa, mi pare un film facile e anche ben commerciabile.
Robydick





















Questa recensione sarà pubblicata anche dagli amici di Hideout con cui collaboro. Film ancora non disponibile da noi, un grande ringraziamento va al gruppo Italian Subs Addicted che ne ha prodotto eccellenti sottotitoli in italiano.
scarica i sottotitoli da ItalianSubs (appena possibile metto il link)