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[Ghilarza] Prima Mostra del Vinile

Creato il 16 novembre 2011 da Subarralliccu @subarralliccu

[Ghilarza] Prima Mostra del Vinile

Sabato  e domenica scorsa  si è svolta a Ghilarza la Prima Mostra del Vinile, organizzata dall’Associazione Musicisti “VOLUME”, nata  nel 2009.

Questo evento ha chiuso il Mese della Cultura, dedicato al Volontariato nelle sue diverse forme. E quale forma migliore se non quella circolare di un vinile che ha da raccontare emozioni, sogni, pellegrinaggi per mercatini europei, storie di calli sulle dita, salette puzzolenti e voglia di condividere la musica?

Il vinile è l’ultimo baluardo, l’ultima difesa della musica da toccare, della gioia fisica di un suono che riempie la stanza. Il compact disk con la sua pochezza non è mai riuscito a sostituirlo; è stato copiato, è caduto a terra frantumandosi in più parti,  è stato violentato con penne di ogni colore e infine si è suicidato sotto qualche sedile di auto, per scomparire per sempre dimenticato (questo per i più sconclusionati).

Sono mielosa? Arrangiatevi.

Sin dal primo momento della sua organizzazione, la mostra ha rivelato un grande ostacolo: la disponibilità di un locale adatto a contenere le collezioni di tutti i musicisti e uditori dipendenti. Si è cercato di organizzare lo spazio in modo che tutti potessero esporre almeno una decina di vinili a testa. Ed è stato in quel momento che son venute fuori le storie di ciascuno, tipo questa: “questo l’ho preso durante una retata  a Cagliari nel ’95, nel negozio di via Roma, il gestore mi ha detto dai dammi 10.000 lire e te ne porti via tre”, gioia suprema e dischi sotto l’ascella, via come il vento.

Le collezioni sono molto varie, chi ha scelto di esporre “The Wall” accanto ai “Giganti”, chi ha tutta la storia dei Beatles, chi accanto ai Black Sabbath ha messo gli U2 e non ci sono state morti o pestaggi…

A guardali, aprirli, rivelano il loro essere opere d’arte, la ricerca di un messaggio, l’ironia di un’immagine sconcia, un occhio che ti guarda fisso.

A un certo punto della serata, mentre mi aggiravo tra di loro per scattare foto e sentire racconti, ho assistito alla scena di un affettuoso padre musicista col figlio, di dieci anni circa. Erano entrambi chini sul giradischi, il padre mostrava al figlio il posizionamento della puntina sul vinile e lo preparava all’attesa del suono meraviglioso che produce questo contatto, dicendogli: “figlio mio, senti, adesso arriva un fruscio, bisogna fare con delicatezza per non rovinare il disco” ma il figlio, impaziente, era già scomparso. Quell’impazienza che oggi caratterizza i ragazzini e che non è certo da condannare.

E’ stata una bella mostra, visitata da molte persone che tra i commenti lasciati sul quaderno all’ingresso hanno scritto: “grazie per questo viaggio nell’arte, nella musica e nelle vostre vite”.


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